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Curiosità letterarie
20 Novembre 2025 - 21:00
Recentemente nelle sale è arrivato il nuovo Frankenstein di Guillermo del Toro, riportando sotto i riflettori la storia di uno dei romanzi più celebri della letteratura gotica. Ma pochi sanno che la genesi di questo capolavoro è legata a una villa sulle sponde del Lago di Ginevra, a pochissimi chilometri da Torino: Villa Diodati, conosciuta un tempo come Villa Belle Rive.
Era l’estate del 1816, un’estate mai dimenticata perché nota come “l’anno senza estate”. La causa fu probabilmente l’eruzione del vulcano Tambora a Sumbawa, che aveva sconvolto il clima europeo. Il freddo e la pioggia costrinsero una piccola compagnia di scrittori a cercare riparo tra le mura di Villa Diodati. Qui si trovavano Lord Byron, già famoso e affittuario della villa, il suo medico John William Polidori, il poeta Percy Bysshe Shelley insieme alla futura moglie Mary Wollstonecraft Godwin e alla sorellastra Claire Clairmont.
Le serate, illuminate da lampi e scrosci di pioggia sul lago, si trasformarono in sfide letterarie: ogni ospite doveva scrivere una storia dell’orrore. Mary, ispirata dalle atmosfere cupe della raccolta Fantasmagoriana e forse stimolata dall’uso del laudano, creò la figura di Victor Frankenstein e della sua mostruosa creatura. Il romanzo venne pubblicato due anni più tardi con il titolo Frankenstein o il moderno Prometeo, ma la versione definitiva risale al 1831.

Nello stesso periodo, Polidori diede vita a un’altra icona del terrore: il vampiro Lord Ruthven, figura ispirata allo stesso Byron. La vita dei protagonisti di quell’estate fu tutt’altro che serena: Polidori si tolse la vita pochi anni dopo, Byron morì giovane in Grecia e Shelley annegò al largo della Liguria, in tasca con sé un libro di poesie dell’amico John Keats.
Oggi, Villa Diodati resta un simbolo di quella tempesta letteraria e climatica che, per caso e genialità, generò due delle figure più celebri dell’immaginario gotico: il mostro di Frankenstein e il vampiro moderno. Un piccolo luogo vicino a Torino che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della letteratura mondiale.
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