L’amore è cieco Italia conquista Netflix: chi arriverà davvero all’altare?

È diventato rapidamente uno dei titoli più discussi del catalogo Netflix L’amore è cieco Italia, adattamento nazionale del format Love Is Blind. Alla conduzione Benedetta Parodi e Fabio Caressa, chiamati a guidare un esperimento che mette alla prova l’idea stessa di relazione sentimentale.

Il meccanismo è noto ma spiazzante: 28 single si conoscono senza mai vedersi, separati da una parete che lascia spazio solo alle parole. Niente sguardi, niente giudizi estetici. Solo conversazioni, confidenze e affinità emotive. Chi sceglie di fidanzarsi, però, deve poi affrontare il passaggio più delicato: l’incontro dal vivo.

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Dopo la proposta, le coppie partono per una luna di miele in Marocco, primo banco di prova dell’attrazione fisica. Al rientro, la convivenza a Milano mette a nudo differenze caratteriali, aspettative e fragilità. È qui che il format mostra il suo lato più crudo: ciò che funziona al buio non sempre regge alla luce del quotidiano.

Le prime puntate hanno portato alla nascita di sei coppie, ma l’equilibrio appare tutt’altro che solido. Alessandro e Hyoni sembrano, al momento, i più compatti, capaci di affrontare anche le incertezze legate alla famiglia di lei. Gergana e Parmi procedono tra sintonia e timori culturali, mentre per altri il percorso è più accidentato.

Le distanze emotive emergono nel rapporto tra Giovanni e Giorgia, segnato da ritmi e bisogni differenti. Nicola e Karen faticano a trovare una stabilità dopo un viaggio segnato da tensioni. La relazione tra Ludovica e Davide, invece, si muove su binari imprevedibili: freddezza iniziale, poi un riavvicinamento inatteso. Più complesso il quadro per Elisa e Alessandro A., divisi da caratteri e visioni opposte.

Il momento decisivo è ormai vicino. Il 15 dicembre andrà in onda l’episodio dei matrimoni, in cui ciascuno dovrà scegliere se confermare o spezzare il legame. A chiudere l’esperimento, la reunion del 19 dicembre, che mostrerà cosa è rimasto di quelle promesse nate senza mai incrociare uno sguardo.

Perché alla fine la domanda resta una sola: l’amore può davvero essere cieco, o prima o poi chiede di aprire gli occhi?