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Curiosità
24 Dicembre 2025 - 21:45
È difficile immaginare il Natale senza il Grinch. La sua figura verde, sarcastica e perennemente infastidita dall’entusiasmo collettivo è diventata un’icona riconoscibile a colpo d’occhio. Il film del 2000 con Jim Carrey lo ha definitivamente consacrato nell’immaginario popolare, ma la storia del personaggio nasce molto prima di Hollywood e affonda le radici nella letteratura per l’infanzia americana del Novecento.
Il Grinch appare per la prima volta nel 1957 nel libro illustrato How the Grinch Stole Christmas! di Theodor Seuss Geisel, in arte Dr. Seuss. L’autore dà vita al personaggio in un momento in cui percepisce il Natale come una festa sempre più svuotata di significato e dominata dal consumo. Il Grinch incarna questa insofferenza: misantropo, ironico, allergico alle convenzioni, vive isolato sopra Whoville, osservando con disprezzo l’entusiasmo della comunità.
Nel libro originale il suo aspetto non è ancora definito in modo netto. È soprattutto attraverso gli adattamenti visivi che il personaggio si consolida: il colore verde, il corpo peloso e l’espressione beffarda lo collocano a metà tra il mostro e l’outsider. Una figura che, pur pensata per i più piccoli, parla anche agli adulti e alle loro contraddizioni.
Il successo del Grinch non si ferma alla pagina scritta. Nel 1966 arriva il primo adattamento televisivo animato, destinato a diventare un classico delle festività negli Stati Uniti. La consacrazione globale arriva però nel 2000 con il film interpretato da Jim Carrey, che trasforma il personaggio in un simbolo del Natale contemporaneo, presente nella cultura pop, nel linguaggio comune e nel merchandising.
A rendere il Grinch una figura duratura non è solo il suo cinismo, ma il percorso di trasformazione che attraversa. Al centro della storia c’è la scoperta che il Natale esiste anche senza regali e decorazioni, perché fondato su un senso di comunità che lui aveva rifiutato. Una critica al consumismo natalizio che resta attuale, capace di affiancare disincanto e possibilità di redenzione.
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