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L'ADDIO

Addio a Oliviero Toscani: è morto il fotografo italiano più discusso del secolo

Il Politecnico di Torino ha avviato un progetto di conservazione e digitalizzazione dei suoi lavori

Addio a Oliviero Toscani: è morto il fotografo italiano più discusso del secolo

Oliviero Toscani ritratto a San Felice sul Panaro da Paolo Ranzani

È morto Oliviero Toscani. Il celebre fotografo, che con il suo genio irriverente ha trasformato la fotografia e la pubblicità in forme d'arte capaci di scuotere le coscienze, aveva 82 anni. La sua morte è arrivata dopo un lento e inesorabile peggioramento delle sue condizioni di salute. Toscani, noto per la sua creatività senza compromessi, si è spento nell’ospedale di Cecina, dove era stato ricoverato il 10 gennaio a seguito di una crisi.

L’addio al grande fotografo è stato annunciato con un comunicato ufficiale dalla moglie Kirsti e dai figli: «Con immenso dolore diamo la notizia che oggi, 13 gennaio 2025, il nostro amatissimo Oliviero ha intrapreso il suo prossimo viaggio», si legge nel breve ma significativo messaggio. La famiglia ha poi chiesto rispetto e discrezione in questo momento di intimità. Al pronto soccorso era arrivato cosciente e aveva anche scambiato alcune parole con il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che si trovava in ospedale per una visita. Tuttavia, le sue condizioni si sono rapidamente aggravate. Il fotografo è stato trasferito in uno dei letti di rianimazione, ma la malattia che lo affliggeva da tempo, l’amiloidosi, ha compromesso più organi, portandolo al decesso in poche ore.

L'eredità fotografica di Oliviero Toscani a Torino

Oliviero Toscani non è stato solo un fotografo, ma un pioniere che ha saputo dare nuova vita alla fotografia e alla pubblicità. Ha stravolto le regole, sempre alla ricerca di un messaggio forte, diretto, mai banale. Le sue campagne pubblicitarie per Benetton, in particolare, sono passate alla storia per l’uso audace delle immagini, spesso provocatorie, per trattare temi sociali e politici di grande rilevanza.

Toscani era consapevole che il suo lavoro non sarebbe mai stato dimenticato. Già nel maggio dello scorso anno, infatti, era stato avviato un ambizioso progetto per la conservazione e la digitalizzazione del suo imponente archivio, che conta oltre 500.000 negativi, 210.000 diapositive e 200.000 positivi. Il Politecnico di Torino, in collaborazione con Promemoria Group, ha intrapreso un importante lavoro di censimento e catalogazione dei materiali, alcuni dei quali sono già stati digitalizzati. Si tratta di un progetto pilota, che non solo preserva le sue opere, ma sfrutta anche le più moderne tecnologie di Intelligenza Artificiale per gestire ogni fase del processo: dalla ricerca dei materiali originali alla digitalizzazione, fino alla raccolta dei backstage dei suoi celebri shooting. Un’eredità che Toscani lascia per le future generazioni, per continuare a raccontare il suo mondo e la sua visione unica della fotografia.

La dedica del collega torinese Ranzani

La notizia della sua morte ha suscitato un’ondata di commozione e cordoglio da parte di artisti, colleghi e amici. Tra i tanti messaggi ricevuti, uno particolarmente toccante è quello di Paolo Ranzani, fotografo torinese, che ha condiviso su Facebook un ritratto di Toscani scattato 15 anni fa. Il ritratto, parte della serie "De_construction", rappresenta per Ranzani il simbolo di un uomo che ha sempre “spezzato” le convenzioni. «L’uomo più libero che abbia mai conosciuto», ha scritto Ranzani. «Hai costruito un nuovo modo di concepire la fotografia e hai fatto a pezzi il comune pensare. Che bellezza indimenticabile le colazioni con te, quante cose ho imparato, non solo della fotografia, ma di come gira il mondo. Buon viaggio».

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