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Istruzione

400 milioni per gli Invalsi: quali risultati concreti abbiamo ottenuto?

La denuncia degli insegnati: "continuano a creare disuguaglianze"

400 milioni per gli Invalsi: quali risultati concreti abbiamo ottenuto?

Uno dei principali problemi dei test INVALSI riguarda la loro affermazione di misurare le competenze degli studenti. Sebbene l'INVALSI sostenga che le sue prove valutino competenze cruciali per l'apprendimento scolastico, la vita quotidiana e il lavoro, in realtà i test si concentrano principalmente su conoscenze e abilità specifiche. Il concetto di competenza, infatti, va oltre la semplice conoscenza: secondo l'EQF (2006), la competenza implica la capacità di applicare conoscenze e abilità in contesti complessi, con autonomia, responsabilità e creatività.

Gli insegnanti, per valutare le competenze, seguono linee guida che suggeriscono l'uso di strumenti più autentici rispetto ai test standardizzati, come compiti di realtà e osservazioni sistematiche. Infatti, il DM 742/2017 e il Regolamento sul sistema nazionale di valutazione (DPR 80/2013) indicano che le competenze non dovrebbero essere misurate da test generici, ma da strumenti più adatti a un'analisi profonda e contestualizzata.

L'INVALSI, al contrario, misura le competenze tramite test standardizzati che non riescono a cogliere la complessità delle competenze degli studenti. Questi test si limitano a valutare abilità in modo superficiale, senza prendere in considerazione processi cognitivi complessi, come lo sviluppo del pensiero critico o divergente. Un esempio è la valutazione della comprensione del testo, che implica operazioni cognitive complesse come fare inferenze o riflettere sul contenuto e sulla forma. Tali processi richiedono domande aperte e articolate, che permettano agli studenti di esprimere un pensiero profondo e personale, cosa che i quesiti a risposta chiusa non possono fare.

Il motivo per cui l'INVALSI non adotta domande aperte e complesse risiede nei costi elevati legati alla correzione e alla gestione dei test. Le prove sono somministrate a tutta la popolazione scolastica, come stabilito dalla Direttiva 74 del 2008, che impone la rilevazione degli apprendimenti a livello nazionale.

A partire dal 2004, le prove INVALSI hanno comportato un costo di circa 400 milioni di euro, senza tuttavia portare a miglioramenti concreti nel sistema educativo. I risultati continuano a riflettere le stesse problematiche: disuguaglianze territoriali, socio-culturali e di genere persistono, mettendo in luce le difficoltà di un sistema scolastico che non riesce ancora a garantire un'istruzione equilibrata e uguale per tutti.

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