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Economia
11 Aprile 2025 - 13:30
Il dibattito sull'inserimento di avvertenze sanitarie sulle etichette di vino e alcolici è ormai diventato uno dei principali temi di confronto a livello politico, con il Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida che si schiera contro questa proposta. Tuttavia, la discussione sull'introduzione degli "health warning" sulle bottiglie di alcol non sembra destinata a esaurirsi a breve. Mentre alcune associazioni di categoria, come Coldiretti, sollevano obiezioni, le raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e le normative dell'Unione Europea spingono verso l'introduzione di etichette che informino chiaramente i consumatori sui rischi legati al consumo di alcol.
Un recente rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha rivelato che, nel 2019, il consumo pro capite di alcol nell'Unione Europea era il doppio della media mondiale, con oltre il 5% dei decessi nell'UE legati all'alcol, il cancro in particolare. Secondo l'Oms, l'etichettatura dell'alcol potrebbe rappresentare una misura efficace per ridurre i danni derivanti dal consumo e sensibilizzare maggiormente i consumatori sui rischi. Lo studio ha anche evidenziato che solo il 39% degli intervistati era consapevole del legame tra alcol e cancro al colon-retto, mentre solo il 15% sapeva che l'alcol aumenta il rischio di cancro al seno.
Nel febbraio 2025, la Commissione Europea ha aggiornato il programma Beating Cancer, sottolineando l'importanza di limitare il consumo di alcol e di inserire avvertenze sanitarie sulle bevande alcoliche. A livello europeo, il piano per ridurre il consumo pro capite di alcol del 10% entro il 2025 è stato confermato come obiettivo prioritario.
L'Irlanda è stata uno dei primi paesi ad adottare etichette sanitarie sui suoi alcolici, incluso il vino, con messaggi chiari sui rischi per la salute. Le etichette non si limitano a una generica avvertenza, ma forniscono informazioni dettagliate, come "Il consumo di alcol provoca malattie del fegato" e "Alcol e tumori sono direttamente collegati". Inoltre, per le donne in gravidanza, sono presenti avvisi per scoraggiarle dal consumare alcol. Questa legge, approvata nel 2023, entrerà in vigore nel 2026, con un periodo di transizione di tre anni. Tuttavia, l'introduzione di questa normativa non è stata priva di critiche, soprattutto da parte di alcuni produttori italiani, che temono un impatto negativo sulle esportazioni.
Non tutti i produttori italiani sono contrari alle etichette sanitarie. Alcuni, come Michele Fino, professore di Diritto europeo, sostengono che introdurre avvertenze sulle etichette sia una scelta corretta. Fino, che ha scritto il libro Non me la bevo, sottolinea come l'etanolo, presente in tutte le bevande alcoliche, abbia proprietà genotossiche e possa causare dipendenza. Secondo lui, i consumatori dovrebbero essere pienamente consapevoli dei rischi legati all'alcol, e l'esempio dell'Irlanda è visto come un modello equilibrato, che cerca di educare senza penalizzare eccessivamente il mercato.
A sostegno di questa posizione, altri produttori piemontesi, come Gianluca Morino, proprietario della Cantina Garitina, hanno già adottato etichette con avvertenze sanitarie. Morino, che produce circa 120.000 bottiglie l'anno, afferma che, nonostante le preoccupazioni iniziali, non ha riscontrato un calo delle vendite e ha ricevuto feedback positivi, soprattutto dai consumatori più giovani, attenti alla salute. Morino aggiunge che l'alcol, classificato come cancerogeno, non è diverso in vino rispetto ad altre bevande alcoliche, e che l'informazione trasparente può contribuire a una maggiore consapevolezza dei consumatori.
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