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Il caso
12 Settembre 2025 - 05:02
«Pera?» «Presente.» «Petracin?» Nessuna risposta. «Starà facendo un p*****o», si sente poi risuonare dal microfno rimasto acceso del collega. Un commento, anzi, un insulto gratuito, di cui la diretta interessata, la consigliera trentunenne Noemi Petracin, lì per lì non si è neppure accorta. Eppure gli ultimi trenta secondi, quelli dell'appello finale prima del congedo dai lavori dell'ultimo Consiglio di Circoscrizione 8, martedì scorso, potrebbero costare cari a Dario Pera, vicepresidente del Centro civico e coordinatore della commissione Commercio. L'esponente della Giunta locale e del Pd - partito che oggi condanna il gesto e ne chiede le dimissioni - successivamente interrogato sul tema avrebbe minimizzato. A detta sua: «Non ce l'avevo con lei. Mi riferivo a una dinamica familiare», si sarebe giustificato poi nel corso di una chiamata con Petracin, consigliera e collega di partito.
«Ma era palese fosse rivolto a me», spiega la stessa Petracin. Il commento, in sottofondo, sarebbe stato chiaro e inequivocabile, immortalato dalla registrazione dell'ordine dei lavori. A denunciarlo è stata a distanza di un paio di giorni la stessa consigliera. «Non me n'ero neppure accorta - precisa ancora a Torino Cronaca -, dal momento che mi ero allontanata per qualche secondo dalla videoconferenza». Sarebbero stati dei colleghi a farle notare le parole proferite da Pera. «Sono andata a riascoltare la registrazione ed è stato chiaro», racconta. «L'ennesimo esempio di come alcuni si sentano legittimati ad utilizzare la sessualità per fare ironia sulle donne - denuncia la donna -. Disgustoso sentire ancora battute di questo tipo e inaccettabile che questo avvenga in un contesto pubblico e istituzionale, di fronte ad una collega nella sua veste di amministratrice». E’ lo sfogo di Petracin che oggi chiede le dimissioni di Pera: «Me ne auguravo di spontanee», afferma.
Il mondo dei Dem si è, così, risvegliato e sono tante le voci a condannare in modo fermo l’accaduto. All’indomani della notizia, infatti, il segretario provinciale Marello Mazzù ha inviato una lettera a Pera, dove, oltre alla «ferma e netta condanna», gli si chiedono le «dimissioni dalle cariche istituzionali ora ricoperte». Posizione appoggiata in pieno dal primo cittadino di Torino Stefano Lo Russo: «Vicinanza personale per Petracin, vittima di un’azione intollerabile», dice. Mentre il presidente della 8 Massimiliano Miano, circa le dimissioni del suo vice non si esprime: «Vediamo. Lo stabiliremo nei prossimi giorni con la segreteria».
«Quello che è successo non può essere liquidato come una 'distrazione con il microfono acceso' - dichiara invece il segretario regionale Pd Domenico Rossi -. Commento non solo inopportuno: sessista e offensivo. Fatto ancora più grave perché a pochi giorni dalla discussione che ha attraversato il Paese attorno ai gruppi e ai siti che contengono foto rubate, richieste di riscatto, commenti volgari e violazioni della privacy». Chi non dice nulla, ad oggi, è proprio Pera, che dopo avere accampato queste scuse poco credibili si trincera nel silenzio. Altresì grave, viene da sottolinearlo, dal momento che questa sera, tra gli eventi della Festa dell’Unità in piazza D’Armi, intesi a “vivificare i valori democratici”, calendarizzata proprio una conferenza “Contro il sessismo istituzionale: come si cambia la politica”. «Parteciperò», conferma Petracin.
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