Giuseppe Romeo, boss della cosca di San Luca e inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi, è stato arrestato a Barcellona, in Spagna dagli uomini della Guardia Civil che lo hanno localizzato grazie alle informazioni fornite dagli investigatori dell’Anticrimine italiana. Romeo è destinatario di due ordinanze di custodia cautelare in carcere e lo scorso novembre è stato condannato dal Gup di Reggio Calabria a 20 anni di reclusione. Sulle tracce del super fuggitivo anche gli agenti dello Sco e della squadra mobile di Reggio Calabria, tutti coordinati nelle indagini dal direttore centrale dell’Anticrimine, il prefetto Francesco Messina, già questore di Torino. Romeo, secondo quanto accertato dagli investigatori, era molto attivo nel narcotraffico. In particolare, dalle risultanze dell’inchiesta “European ’ndrangheta connection ”, sarebbe stato coinvolto nella spedizione di almeno quaranta chili di cocaina la settimana dall’Olanda a Milano e a Torino.
Originario di San Luca, Giuseppe Romeo è figlio di Antonio, soprannominato “centocapelli”, attualmente in carcere a Parma. Il rampollo era attivo nella consorteria Pelle-Costadura-Romeo e organizzava e finanziava traffici di cocaina in Europa.
Dimora ufficiale in Germania, faceva spesso la spola tra la Calabria, la Lombardia e il Piemonte, ma anche in Belgio e in Olanda, contrattando con diversi intermediari il narcotraffico. L’uomo è stato condannato anche per intestazione fittizia delle quote di un bar a Bruggen, nel Land tedesco del NordrenoVestfalia, non lontano da Dusseldorf. Il bar, nel quale Romeo reimpiegava gli utili del narcotraffico, è stato sequestrato durante l’operazione “European ’ndrangh eta connection”.
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«L’operazione in Spagna - ha commentato ieri la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese -, che ha portato all’arresto di Giuseppe Romeo, elemento di spicco della ‘ndrangheta calabrese e inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi, premia il lavoro e la grande determinazione degli investigatori della polizia di Stato, L’azione corale della locale squadra mobile, del Servizio centrale operativo (Sco) della direzione centrale Anticrimine e del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip) della direzione centrale della Polizia criminale, hanno consentito di colpire duramente il narcotraffico internazionale gestito dalla ‘ndrangheta. Ringrazio la magistratura e gli uomini e le donne della forze di polizia per la complessa attività che svolgono quotidianamente, anche a livello internazionale, per assicurare alla giustizia esponenti di organizzazioni criminali».
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