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Stura invaso dalla vegetazione: «Pulizia o blocchiamo il ponte»

Stura giornale ok

Il torrente Stura

Sterpaglie, rami, orti abusivi e la solita immondizia accatastata sulle sponde degli ex campi rom. Per cittadini e commercianti dei quartieri Barca e Bertolla, il torrente Stura rappresenta il grande malato della periferia nord. Non ci vuole certo un esperto a capire quali siano i problemi e basta affacciarsi dal ponte Amedeo VIII di strada Settimo per farsi un’idea.

Isolotti di fortuna giganteschi e tronchi ammassati sui piloni (o vicino alle isole stesse) sono il punto interrogativo di questi giorni. «Nient’altro che una delle facce più tristi del nostro quartiere» protestano dal comitato civico “La Barca”. «Sentiamo sempre parole - accusa la presidente, Gabriella Sampaolo -, ma qui servono i fatti. E una manutenzione, ormai straordinaria. C’è una vegetazione incredibile sul torrente, sembra un bosco». Lo scorso aprile l’ultima rimozione dei tronchi accatastati sui ponti. Con una gru gli operai si sono calati dai piloni prima di caricare i tronchi su un camion. «Ma sono interventi spot, qui serve ben altro».

Le sponde

Senza dimenticare quelle sponde che ancora gridano aiuto, invase dai detriti e dai rottami della vecchia baraccopoli di lungo Stura Lazio ormai sgomberata da anni. «Alla prima piena - assicura Rossano Massetti, presidente del comitato spontaneo di quartiere Bertolla -, i rifiuti finiranno alla diga del Pascolo. Lo diciamo da tempo». E poi c’è la questione degli orti abusivi, che hanno preso piede giorno dopo giorno a due passi dal fiume e dal ponte. Con casette spuntate dal terreno, patate e pomodori e persino delle mini-serre. Anche loro rischiano di essere spazzati via in caso di alluvione. Alcune famiglie allontanate dal campo abusivo di lungo Stura Lazio, invece, hanno trovato casa davanti all’Iveco. «Ma questa - glissano i comitati -, è un’altra storia».

La manifestazione

Intanto a settembre i quartieri potrebbero scendere in strada per protesta, tentando di bloccare il ponte nel tentativo di sensibilizzare le istituzioni. «Ormai è tutto uno scaricabarile - attacca Pier Maria Marmetto, del direttivo dell’associazione commercianti -. Ma se serve un’azione dimostrativa noi non ci tireremo indietro».

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