Il grattacielo della Regione Piemonte (Depositphotos)
Un “mostro”. Chi vive o lavora in via Ventimiglia, Palazzo del Lavoro lo chiama così. Michele, benzinaio che ha la stazione proprio a fianco del maxi-complesso progettato da Pier Luigi Nervi, scuote la testa: «Sono cinque anni che lavoro qui - racconta - e ho sempre e solo visto fare delle pulizie. Estirpano l’erba e abbattono gli alberi, ma quando parte questo progetto?». A dire il vero, Cassa depositi e prestiti si sta muovendo per far partire i cantieri. Ma appunto, in zona, finché non vedranno le ruspe e gli operai, non ci crederanno mai. «Questo è un biglietto da visita per chi entra a Torino - prosegue il benzinaio - e non può essere lasciato così. Dentro ci vanno tossici e disperati e di notte vengono accesi i fuochi».
Ma l’area di Italia 61 non è solo il gioiello di Nervi. C’è il grande parco, con un altro scheletro come la monorotaia o il laghetto che se è pulito è spesso grazie ai volontari. Cesare Carbonari è uno di questi, da sempre sensibile sul tema ambientale: «E’ uno dei quartieri più verdi di Torino. Ma bisogna tenerlo pulito e manca la forza lavoro. Cosa chiederei al nuovo sindaco Lo Russo? Lui e il Comune in generale devono attivarsi in tal senso. Fare bandi, assumere dei lavoratori, meglio se giovani, che tengano puliti i quartieri. Lavorando, non facendo volontariato». Poi c’è piazza Bengasi. E’ arrivata la metropolitana dopo lavori infiniti, c’è un parcheggio d’interscambio che si è rivelato un autentico fallimento e, soprattutto, c’è il rebus del mercato. Prima o poi dovrà fare le valigie da via Onorato Vigliani e tornare dov’era prima, in piazza, fino al 2012. «Sinceramente, non credo sia una buona idea - sostiene Carbonari -. Una piazza così, secondo me, non ha bisogno del mercato per vivere. Meglio pizzerie, bar, bistrot, o altre attività. E poi in piazza Bengasi servirebbe anche un presidio fisso di forze dell’ordine. Ma dev’essere così in tutte le grandi piazze di Torino». Tornando agli scheletri, nel raggio di pochi chilometri ce n’è un altro, il grattacielo della Regione Piemonte. Lo finiranno? Sicuramente, ma ormai le date continuano a cambiare e il cantiere non vuole saperne di andarsene.
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E poi, anche in questa zona i dehors sono stati allargati per l’emergenza Covid ed è pieno di palazzi che stanno sfruttando il Superbonus governativo per rifarsi il look, togliendo posteggi. «Tra un cantiere e l’altro non si trova più parcheggio - racconta Davide, negoziante di via Barbaresco -. Spero che il cantiere del grattacielo finisca presto, perché qui tra dehors, facciate e ponteggi vari la viabilità va in tilt».
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