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20 Gennaio 2022 - 07:44
Duecento giorni per la carta di identità. La prova provata: ieri mattina siamo entrati, tramite Spid, nel sito del ministero per verificare il tempo che ci vorrebbe per prenotare l’appuntamento per il rilascio della carta di identità elettronica. Risultato: il primo buco libero è il 9 agosto all’anagrafe centrale di via Giulio. Ciò significa che un cittadino che desideri rinnovare il documento deve attendere quasi sette mesi. Un tempo quasi raddoppiato rispetto a qualche mese fa, quando si vedevano già lunghe code e assembramenti davanti ai cancelli di via della Consolata. Nonostante il Covid, ieri mattina la situazione non era diversa dal solito. «Ci siamo svegliati alle quattro per riuscire a fare la carta d’identità elettronica senza prenotazione» racconta Maria, una signora che ieri mattina alle 8.30 stava attendendo il suo turno al gelo, insieme a una quarantina di persone. «E’ la terza volta che vengo qui, non ne posso più» si lamenta Antonio. E così tutti gli altri, esasperati dall’inefficienza dei servizi anagrafici della città di Torino sempre più a corto di personale e con ben tre sedi decentrate chiuse che l’assessore Tresso aveva dichiarato di voler riaprire: piazza Astengo nel cuore di Falchera, via Leoncavallo a Barriera di Milano e via De Sanctis a Pozzo Strada. A queste si aggiungono gli uffici chiusi definitivamente dalla precedente amministrazione tra le proteste dei residenti.
Il problema alla base sembra essere la mancanza di personale. All’anagrafe centrale di via della Consolata sono aperti soltanto 7 sportelli su 14, la metà esatta. «Nel 2019 avevamo 270 addetti ai servizi anagrafici, ora sono 190, la situazione è molto critica anche per via dell’emergenza sanitaria che ha costretto in quarantena ben 850 dipendenti comunali» spiega l’assessore Francesco Tresso.
E i concorsi pubblici per assumere nuovi addetti? «Finché la curva dei contagi non scenderà sarà difficile pensare di accogliere migliaia di candidati che di certo si presenterebbero» fa presente l’assessore al lavoro su altre soluzioni: «Siamo mettendo a punto un nuovo piano di assunzioni che partirà a inizio febbraio» assicura. Nel frattempo però fioccano le proteste in tutte le Circoscrizioni. «Vogliamo la riapertura delle anagrafi di Falchera e via Leoncavallo» sottolinea il presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto. «Ho chiesto all’assessore Tresso di riaprire l’anagrafe di via Nizza, in posizione strategica e vicina alla metropolitana, quindi più facilmente raggiungibile» evidenzia il presidente della Circoscrizione 8, Massimiliano Miano. E se la nuovissima anagrafe di via De Sanctis al momento continua ad avere l’ingresso sbarrato, a preoccupare è anche l’apertura dell’anagrafe del quartiere Vallette in piazza Montale «in cui sono rimasti soltanto due dipendenti» spiega l’assessore Tresso. «E’ fondamentale che rimanga aperta» dichiara il presidente della Circoscrizione 5, Enrico Criscimanno. A lamentare la carenza di personale, anche le Circoscrizioni 2 e 4.
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