l'editoriale
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23 Gennaio 2022 - 07:58
«Quegli uomini erano insistenti, quasi aggressivi. Ci hanno fatto sentire in colpa, dicevano che avremmo potuto causare danni a tutto il condominio». È così che due finti tecnici del gas sono riusciti a farsi aprire la porta da due anziane gemelle torinesi, alle quali hanno portato via non solo anelli, collane e bracciali per un valore stimato di circa 100mila euro ma soprattutto i ricordi di una vita: «Erano i gioielli di nostra nonna e di nostra madre».
È successo venerdì mattina, quando i due hanno suonato alla porta delle sorelle 72enni, in un condominio di via Saluggia, a pochi passi da corso Lecce. Di certo non una zona isolata ma neanche questo ha fermato i malviventi. «Erano due uomini, sui 40-45 anni. Sicuramente italiani - raccontano le vittime -. Ci hanno detto che li aveva mandati l’amministratore a fare un controllo sull’impianto termico». La scusa è vecchia e assurda, ma purtroppo funziona ancora. «Hanno detto che dovevano usare una sonda, che sarebbe stata pericolosa per i metalli e che avrebbe potuto provocare un’esplosione. Continuavano a dire che se non avessimo fatto come dicevano, avremmo potuto causare gravi danni ai nostri vicini». Per fortuna non sono stati violenti, ma le due sorelle, ancora a distanza di più di 24 ore, sono terrorizzate e anche per questo chiedono l’anonimato. «Erano aggressivi. E non sappiamo come hanno fatto a ingannarci, forse ci hanno ipnotizzato o drogato». Se abbiano usato “solo” le parole o anche altro non si sa, quello che è sicuro è il finale della vicenda, identico a tante, troppe altre storie simili. I due banditi hanno chiesto alle anziane di mettere in un sacchetto tutto l’oro che avevano in casa e lì dentro non sono finiti solo oggetti preziosi: «Erano i ricordi di tre generazioni». Poi, veloci come quando sono arrivati, sono usciti di casa. Le due sorelle si sono accorte subito che il sacchetto era sparito, ma ormai era troppo tardi. Hanno fatto solo in tempo a vedere i due che scappavano a bordo di un furgone bianco, a bordo del quale c’erano tutti i loro ricordi. E a loro non è rimasto altro da fare che chiamare i carabinieri per sporgere denuncia.
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