Scudi e manganelli da una parte, sassi e insulti provocatori dall’altra. Un duro scontro tra studenti e forze dell’ordine ieri mattina ha infiammato piazza Arbarello, causando una decina di feriti tra gli oltre 200 studenti in protesta contro l’alternanza scuola lavoro, a una settimana dalla morte di Lorenzo Parelli, il 18enne morto schiacciato da una putrella durante l’ultimo giorno di tirocinio in uno stabilimento metalmeccanico in provincia di Udine.«Lorenzo è vivo e lotta insieme a noi», «Non si può morire di scuola» si legge su alcuni cartelli del corteo che ha cercato di sfondare il cordolo delle forze dell'ordine in tenuta antisommossa per sfilare su corso Siccardi e raggiungere l’Ufficio scolastico regionale, nonostante il divieto per la zona arancione. Gli agenti hanno però respinto il tentativo con due cariche «di alleggerimento», come definito dalla Questura.
Durante gli scontri alcuni studenti, una decina, hanno riportato ferite alla testa e al viso. A fine mattinata una ragazza, probabilmente a seguito di una manganellata, si è stesa a terra tossendo ed è stata soccorsa dei sanitari del 118 che hanno medicato le ferite dei compagni, trasportando alcuni di loro al Mauriziano e al Cto. A sostegno degli studenti si sono schierati anche i sindacati, Cub Scuola e Cobas.
«Siamo venuti qui per chiedere denunciare la mancanza di sicurezza sul posto di lavoro e torniamo a casa feriti, ho tenuto lo scudo per proteggere un ragazzo e un poliziotto mi ha colpito due volte al braccio e in testa» spiega Federico Bernardini, presidente della consulta provinciale di Torino. «Ci aspettavamo di tutto ma non di dover fronteggiare una carica del genere, volevamo soltanto manifestare per la morte di Lorenzo e contro l’alternanza scuola lavoro che sfrutta gli studenti e favorisce il precariato» spiega Pietro Mazzucco, esponente del Fronte della Gioventù Comunista che ha organizzato la manifestazione a livello nazionale.
Uno dei feriti, Pietro Boero, studente 18enne del Regina Margherita, è caduto a terra colpito in fronte durante la prima carica. «Un agente è arrivato da dietro e mi ha manganellato» dice il giovane che non è voluto andare in ospedale, così come molti suoi compagni, per farsi medicare: «Perché non vogliamo essere schedati». A rigor di logica, sarebbe stato vietato anche il corteo fatto l’altra sera, dopo lo sgombero della casa occupata in via Bersezio, dagli anarchici che hanno imbrattato buona parte del quartiere Aurora, compresi i tram di passaggio.
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«La zona arancione permette soltanto il presidio statico ma vieta il corteo per motivi sanitari, gli studenti sono venuti verso di noi e per questo motivo siamo interventi - spiega la questura -, per quanto riguarda gli anarchici, sono stati bloccati al mattino e al pomeriggio ma non c’è stato nessun contatto».
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