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25 Marzo 2022 - 12:10
Uno “sciopero per il clima” ma anche una corteo per dire no alla guerra in Ucraina. Duemila giovani si sono mobilitati ieri mattina sfilando per le vie del centro, con striscioni e fumogeni, da piazza XVIII Dicembre fino a piazza Castello. «Avete i soldi per le armi ma non per la transizione ecologica» l’accusa principale mossa al governo dal corteo organizzato dal gruppo Fridays for future, guidato dal centro sociale Askatasuna. «Con questo sciopero vogliamo sottolineare le causa comuni tra la guerra in Ucraina e la crisi climatica - spiega Luca Sardo, uno dei leader del “movimento del venerdì” -, l’Europa infatti ogni giorno finanzia Putin con 800 milioni per comprare i combustibili fossili».
Durante il tragitto i giovani hanno messo in scena diversa azioni, una di queste è stata quella di chiudere con dei nastri gialli e neri via Alfieri nei pressi di Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, stendendosi a terra come morti «senza futuro». Ma hanno anche imbrattato con bombolette spray dei tram e le vetrine della succursale di Intesa SanPaolo in corso Vittorio Emanuele II, con la scritta «Assassini, i vostri soldi il vostro sangue», dopo che le forze dell’ordine hanno negato ai ragazzi di manifestare sotto il grattacielo della banca in corso Inghilterra. Ad aprire la fila, davanti a studenti delle superiori e universitari, c’erano i bambini della classe quarta della scuola elementare Antonelli. In piazza anche il sindacato degli insegnanti di Cgil, che ha dichiarato sciopero, alcuni consiglieri comunali della maggioranza e l’ex sindaca Chiara Appendino, con il secondogenito nel passeggino: «Sostenevo questi ragazzi da sindaca e oggi sono qui da privata cittadina. Sono contenta di vedere finalmente una piazza di ragazze e ragazzi per l'ambiente».
La leva militare che divide
Con la guerra in Europa, è tornato a far discutere l’obbligo di leva militare abolito nel 2005. E se i più giovani si dicono per lo più contrari alla reintroduzione del servizio, le persone di una certa età, soprattutto chi l’ha prestato servizio nell’esercito, pensa che potrebbe essere il momento giusto per tornare a “fare il militare”. «Aumenterebbe il senso civico e l’amore per il nostro Paese» dice Renato, 68 anni, che ha prestato servizio in fanteria. «Ti dà delle regole che ti fanno crescere e unisce persone di ceto diverso» sottolinea Angelo Lo piano, 69 anni, ex sotto ufficiale della guardia di finanza. «Per potersi emancipare bisogna avere la possibilità di difendersi da soli, ovviamente nel rispetto della Costituzione» aggiunge Carlo Rossi, ex militare di leva nell’artiglieria contro carri armati. «Il principio della difesa della patria deve essere sacro dovere del cittadino - dice Gabriele Canata, 36 anni - quindi sono assolutamente favorevole alla leva obbligatoria».
Di pareri diametralmente opposto i più giovani: «E’ un moralismo senza senso, abbiamo già l’esercito» afferma Giacomo, 19 anni. «La leva? Solo se su base volontaria» aggiunge Jean, 20 anni.
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