Sesso in cambio del permesso di soggiorno o per “sanare” una pratica dove mancava un documento, oppure perché il fascicolo potesse essere esaminato senza ritardi. Ma anche mazzette di mille euro ciascuna o altri favori a beneficio di poliziotti, mediatori culturali e faccendieri che seguono le pratiche di immigrati disperati, gettandosi come avvoltoi sulle loro prede. Tutto questo e altro ancora, è contenuto in un’inchiesta del pubblico ministero Gianfranco Colace e della squadra mobile della questura che si è conclusa ieri con l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal Gip Edmondo Pio.
In totale gli indagati sono 24. Nove, invece, le custodie cautelari in carcere. L’accusa è di «associazione per delinquere finalizzata alla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio» e per vari episodi, di «corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio». In manette sono finiti, arrestati nel corso della scorsa notte, il vice commissario di polizia Alessio Nettis, responsabile dell’ordine pubblico presso lo sportello dell’ufficio Immigrazione di corso Verona, Alessandro Rubino, agente scelto in servizio nella medesima struttura, il mediatore culturale afghano Bitani Anmad Farad e altri sei faccendieri: un cinese, due marocchini, due albanesi e un pakistano.
Sarebbe centrale la figura del mediatore culturale, Bitani Anmad Farad, noto anche perché sfoggiava e non nascondeva il suo alto tenore di vita, amante dei Rolex e di auto cabrio e costose. L’inchiesta del pm Gianfranco Colace è cominciata nel gennaio 2021 da una relazione di servizio che prospettava possibili corsie preferenziali per ottenere più rapidamente i pass, senza fare code e saltando passaggi burocratici. Gli indagati sarebbero stati traditi dalle intercettazioni telefoniche che avrebbero rivelato l’esistenza di un «sistema messo in atto per arricchirsi, tra promesse di favori e bustarelle».
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Sotto la lente degli investigatori sono finite decine e decine di pratiche. Gli intermediari avrebbero veicolato denaro (la quota sarebbe stata appunto di mille euro) che veniva poi spartito, secondo gli investigatori, con il vice commissario e con l’agente di polizia. C’è anche il caso, riportato nell’ordinanza di custodia cautelare, che riferisce di una giovane donna straniera che per ottenere il permesso di soggiorno o un documento necessario per rimanere in Italia, si sarebbe concessa sessualmente all’agente di polizia. Fatto questo che la difesa avrebbe immediatamente contestato e che dovrà essere chiarito nel corso dell’inchiesta.
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