Il tanfo lasciato dal pesce fresco, misto agli escrementi che intasano i bagni - freschi anche quelli - sono il primo biglietto da visita per chi entra nell’ex mercato del pesce di Porta Palazzo. Chiusa da oltre un anno, la storica palazzina di piazza della Repubblica al momento è vuota. Almeno in teoria. I cinque banchi di vendita che prima occupavano l’immobile si sono spostati all’esterno a febbraio del 2021, ma all’interno dell’ex mercato ci sono tracce di vita.
Pantaloni appesi alle celle frigorifero vuote, bottiglie abbandonate a terra e una montagna di rifiuti. Per la rinascita del mercato ittico il Comune stima un investimento di poco inferiore ai due milioni di euro. Il progetto è ambizioso e guarda ai mercati di Madrid e Lisbona. Si parla già di un bando europeo per la gestione della struttura, che promette sia vendita al dettaglio, che ristoranti di pesce. Ma prima di tutto, bisogna risolvere la questione dei mancati pagamenti al Comune, che è proprietario dei muri.
«Al momento ci risultano oltre 329mila euro di mancati pagamenti» fa sapere l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino. «Come amministrazione non possiamo permettere il perdurare di una situazione di questo tipo - prosegue -. Tenteremo in questi giorni ancora un dialogo con il Consorzio affinché possa tornare in linea con i pagamenti. In caso contrario, faremo decadere il rapporto e metteremo in campo nuove procedure».
L’ultimatum è stato dato. «Il mercato ittico di Porta Palazzo una volta era sinonimo di qualità e quantità - sottolinea ancora l’assessore della giunta Lo Russo -. Noi vogliamo valorizzarlo. L’immobile al momento è chiuso per ragioni di ristrutturazione. Stimiamo circa due milioni di euro di lavori». Serve poi il via libera della Sovrintendenza delle Belle Arti. Il nuovo progetto - di cui non si conoscono ancora le tempistiche esatte - prevederà nove stand di vendita, una serie di aspetti innovativi dal punto di vista del consumo energetico. E ancora: una friggitoria e almeno un ristorante.
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«È una operazione che va nello spirito di creare anche a Porta Palazzo nuovi luoghi di incontro serale» conclude Chiavarino. Nel frattempo, in piazza, i banchi del pesce che hanno dovuto lasciare la palazzina proseguono con la vendita, ma non ci stanno a sentirsi dire che non hanno pagato quanto dovevano. «Noi abbiamo sempre pagato la nostra quota al Consorzio. È il Consorzio che non ha pagato il Comune - spiegano i commercianti -. Abbiamo avuto danni per circa 40mila euro a testa nell’esserci spostati sulla piazza. Sono soldi che avrebbe dovuto darci il Consorzio, ma non abbiamo visto un euro»
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