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Dalla “tolleranza zero”alle stanze per drogarsi: «Servono risposte ora»

TossicPark
Una certezza è trasversale. «Servono risposte, subito». E queste potrebbero essere le più disparate. Dalla “tolleranza zero” riletta in chiave progressista dal Pd, «per prevenire i rischi che corrono soprattutto le fasce più fragili della popolazione», alla «repressione» invocata dalla Lega davanti alle immagini del nuovo Tossic Park documentato da CronacaQui. «Va sradicato subito». Ma anche l’apertura di vere e proprie “stanze del consumo” ipotizzate dal governo, sulla scorta di un piano nazionale per la riduzione del danno già presentato a Genova dal ministro alle Politiche giovanili, Fabiana Dadone, a ottobre.

L’emergenza droga accende il confronto politico e apre un ventaglio di varie proposte, ferme restando le esigenze di sicurezza e ordine pubblico su cui la Questura assicura di tenere più che alta l’attenzione. «La vostra inchiesta ha mostrato un fenomeno che molti organi di informazione sembrano aver dimenticato negli ultimi anni, rivolgendo l’attenzione ad altre emergenze come il Covid o l’Ucraina. Che, per carità, sono gravi ma quella dello spaccio in periferia non è da meno per chi ci vive» commenta il senatore del Pd, Mauro Laus invocando “tolleranza zero” da sinistra «proprio a difesa delle persone più deboli, costrette a convivere con un problema sociale a cui bisogna che la politica trovi soluzioni concrete».

Quelle che sono emerse dalla VI Conferenza nazionale sulle dipendenze a cui prese parte, fresco di nomina, anche l’assessore al Welfare del Comune, Jacopo Rosatelli, contemplavano invece l’ipotesi di aprire “stanze del consumo” nelle città affiancate dal potenziamento dei “livelli essenziali di assistenza” in materia. E reduce dalla presentazione del Libro Bianco sulla Droga alla Camera, lunedì scorso, proprio Rosatelli annuncia la riapertura del confronto anche a Palazzo Civico.

«Dobbiamo tornare a discutere sulla questione e lo faremo presto con i colleghi che in giunta hanno deleghe attinenti - spiega -. Mentre continua il confronto nazionale vogliamo prendere sul serio proprio le conclusioni a cui è arrivato il governo, aprendo un dibattito nella città con gli operatori sanitari e del terzo settore. Fondamentale, però, non lavorare sulla cultura dello “stigma” perché i tossicodipendenti, al di là delle proprie scelte, restano persone con la stessa dignità di tutte le altre».

Ben più duro il commento d ell’assessore alla Sicurezza della Regione, Fabrizio Ricca, davanti alle immagini che documentano come Rebadeungo e Barriera ospitino due “fortini” della droga aperti giorno e notte. «L’azione di sradicamento della criminalità e dello spaccio in quelle zone deve essere immediata - puntualizza Ricca -. Ci ricordiamo bene cosa voleva dire abitare accanto al Tossic Park negli anni più cupi, quando Parco Stura era un mercato a cielo aperto di eroina. Per farlo è necessario implementare la video sorveglianza ma anche aumentare retate e posti di blocco».

Proposte che l’assessore porterà al prossimo vertice in Prefettura. «Ci troviamo davanti a una potenziale “bomba sociale a orologeria” che rischia di esplodere» conclude Ricca. «Noi siamo costantemente presenti con operazioni massicce e direi “muscolari” in Barriera di Milano e in altre realtà come la Gondrand, ad esempio» ribatte il questore Vincenzo Ciarambino. «Non serve reprimere il fenomeno ma discutere di sostanze in un’ottica di riduzione del danno» rilancia il radicale Silvio Viale, ancora “scottato” dalla bocciatura del referendum sulla cannabis. «Sarebbe stata un’occasione per affrontare parte del discorso ma è stata sprecata».

A invocare, invece, «indagini che colpiscano chi gestisce il mercato» è il deputato Mauro Marino di Italia Viva. «Vivo e lavoro in San Salvario e non passa giorno in cui non registri la frustrazione dei cittadini che convivono con quattro o cinque spacciatori sotto casa. Per quanto sia enorme l’impegno delle forze dell’ordine, servono indagini a livelli più alti per intervenire su chi ha in mano il controllo dello spaccio: gli arresti non bastano se il pusher viene subito sostituito da un altro o scarcerato dopo poche ore»
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