Prima si scontrati i cani Wendy e Lexa, in via Rossini a Collegno: «Devi tenerlo al guinzaglio, è pericoloso» ha gridato martedì sera Carmine Rummo, 76 anni. Poi è partita la litigata tra lui e Alessia Flesca, la 31enne padrona di Lexa. Alla fine ci ha rimesso il vicino che è intervenuto, Alessandro Andrea Ferrero: «Mio marito ha sbagliato a tirargli una coltellata ma lo stavano picchiando» assicura la signora Giovanna Marangi,moglie di Rummo, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di tentato omicidio. «Mi ha minacciato di morte, poi ha tirato fuori il coltello» aggiunge Flesca. Ferrero, 44 anni, si è ritrovato con una lama di 12 centimetri nel fianco sinistro. Per questo è finito alle Molinette e subito operato per le lesioni addominali: la sua prognosi resta riservata, non è in pericolo di vita ma resta ricoverato nel reparto di chirurgia del dottor Mauro Santarelli. Intanto i carabinieri cercano di ricostruire cos’è successo nel giardino di fronte al civico 48 di via Rossini, zona residenziale di Collegno. Riporta Marangi: «Erano le 19,30 e mio marito è sceso con Wendy. Poi è arrivata questa ragazza con la sua, senza guinzaglio: è subito saltata addosso a Wendy e a mio marito. Lui le ha gridato di legarla e di metterle la museruola perché è pericolosa. Sono intervenuta pure io dal balcone e ci siamo insultate con la padrona. A quel punto Carmine ha portato il cane in casa, ha chiamato i carabinieri ed è sceso ad aspettarli». Replica Flesca, di professione guardia giurata: «La mia Lexa è tutto meno che aggressiva: ho solo sbagliato a lasciarla libera. Ma non era il caso in insultarmi e minacciarmi di morte. Quel signore diceva: “Ti ammazzo, ti sfregio quella faccia di m...”. Per quello ho chiesto aiuto». Sono intervenuti Ferrero e un’altra signora: «Lui ha picchiato mio marito - denuncia la signora Giovanna - Carmine aveva in tasca il coltello che aveva usato nel giardino e si è difeso». Andrea è stato poi soccorso dai sanitari e dai carabinieri, arrivati con tre volanti. Poi è andato in ambulanza alle Molinette. Invece Rummo è finito ai domiciliari con l’accusa di tentato omicidio: «Sono la prima a dire che non doveva reagire così - concede la moglie - Ma se la sono cercata: è gente che cerca la rissa invece di ammettere che ha torto. Quel cane poteva fare male a un bambino». Flesca non ci sta: «Noi non abbiamo detto o fatto nulla. Ma, vedendo com’è andata l’altra sera, non mi stupisce che ci accusino». Nel quartiere Rummo è conosciuto come una persona perbene: «Non ha mai discusso con nessuno - si sfoga la signora Giovanna - È un gran lavoratore, ha fatto 40 anni nei supermercati Pam. Dalla pensione si dedica all’orto. Ora è a terra, ha rovinato la vita nostra e di quella persona: spero che si riprenda ma non avrebbe dovuto intromettersi».
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