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La ciclabile viaggia tra auto e bus e il controviale diventa pericoloso

ciclabile corso rm

Chi percorre corso Regina Margherita a piedi, nei pressi del Rondò della Forca, noterà immediatamente quella che per molti è già una “anomalia”. Un controviale a 30 chilometri orari, voluto dalla Città di Torino nell’ambito del progetto di mobilità sostenibile, con percorso ciclabile e - a fianco - parcheggi per le auto e fermate degli autobus. Proprio quella nuova corsia ciclabile, tra il passaggio dei veicoli e le paline dei bus, è diventata sinonimo di insicurezza. Così, almeno, la pensano i cittadini. E appena tracciata la segnaletica orizzontale ecco le prime polemiche. Mattia, su Facebook, la definisce come «un capolavoro di delirio urbano». Mentre per gli addetti ai lavori è una «corsia ciclabile» che indica la direzione e avvisa gli automobilisti della presenza di persone che utilizzano la bici.

I TIMORI Per molti, infatti, i ciclisti rischiano la vita transitando in quel punto dove la pista non è protetta dai cordoli e, soprattutto, dove gli automobilisti più indisciplinati ci mettono poco a invadere la corsia (come si vede dalle foto che abbiamo scattato ieri mattina). Magari anche solo per una distrazione, che in alcuni casi potrebbe rivelarsi fatale. «Ma il vero tocco di genio - racconta un residente -, è la fermata degli autobus posta sulla destra della carreggiata che obbliga i pesanti mezzi del Gtt ad attraversare la pista ciclabile, rischiando di mettere sotto qualche ciclista». E c’è chi guarda con preoccupazione al futuro prossimo, magari a settembre quando le auto in transito nel controviale (per un motivo o per l’altro) saranno molte di più di quelle che circolano adesso a Torino.

«NO SICUREZZA» Contrari al progetto sono i consiglieri di Forza Italia della Circoscrizione 4, Walter Caputo e Felice Scavone. «Il Comune si preoccupa di fare le ciclabili ma non alla sicurezza delle stesse - spiegano -. Noi rimaniamo favorevoli alle piste ma se fatte con criterio. Quella di corso Regina è la continuità di una serie di piste tracciate che non garantiscono sicurezza né ai ciclisti né agli automobilisti». Per Raffaele Marascio di Fdi, la pista che parte da corso Tassoni «è pericolosa. La carreggiata si è ristretta e c’è il rischio, con i camion fermi per il carico/scarico, che il traffico si blocchi creando solo disagi alla circolazione».

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