l'editoriale
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13 Settembre 2022 - 07:12
Grate sigillate per impedire il passaggio dei disperati. E i soliti mucchi di rifiuti che hanno finito per trasformare un vecchio cantiere in un rifugio. L’area ex Materferro, nella confluenza tra corso Lione, corso Mediterraneo e via Mauri, non è solo una casa a cielo aperto per conigli e topi. Undici anni di abbandono hanno portato alla luce nuove problematiche, protette in parte da alcune reti di recinzione. Sul lato di corso Lione, dove si trova il “Bivio Crocetta”, due transenne spaccate danno l’idea di quello che si potrà trovare una volta dentro il vecchio cantiere. Anche se qualcuno, qui, smorza subìto gli entusiasmi dei cronisti. «Non c’è più niente, hanno portato via tutto».
Forse sì. Tranne il degrado, sempre presente. L’erba è cresciuta a dismisura e le tende sono sparite. Le piante hanno invaso anche i marciapiedi, si notano persino dalla strada avendo spaccato i marciapiedi. È un terreno così ospitale che persino i disperati l’hanno abbandonato. «Da anni aspettiamo una riqualificazione» attacca un altro cittadino. Almeno dalla primavera del 2011, numeri alla mano, quando alcuni residenti del quartiere organizzarono una copiosa raccolta firme per dire no alla costruzione di due torri nell’ex area Materferro. L’impressione è che le cose, ancora una volta, andranno molto per le lunghe. Sì perché quei due grattacieli sembrano completamente spariti dai radar. Insieme a negozi, parcheggi sotterranei e un grande parco. Fallita l’impresa la grana è tornata nelle mani del Comune di Torino. E negli ultimi anni è successo di tutto e di più. Tranne la presentazione di nuovi progetti.
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