l'editoriale
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01 Novembre 2022 - 11:36
Fonte: Depositphotos
«Quella sera ero sola nella stanza, stavo chattando con le mie amiche. Hanno bussato, ho aperto e ho visto nel corridoio un ragazzo che si toccava nelle parti intime. Aveva i pantaloni abbassati». È il profilo di un maniaco sessuale, quello descritto dalla studentessa violentata nella residenza universitaria Borsellino alla squadra mobile di Torino, che da sabato notte sta dando la caccia a un «giovane africano, di circa 20 o 25 anni», che, secondo le testimonianze di altri giovani che vivono nel campus, «si aggirava al nono piano bussando a tutte le porte». Con le mani nei pantaloni, un atteggiamento tipico del maniaco o di chi ha problemi psichiatrici. Sembrava che quell’uomo, ricercato in tutta la città e capace di mietere il terrore nel complesso studentesco, si comportasse come «un pervertito» a caccia di qualcuna che gli aprisse la porta, forse una a caso.
Nelle scorse ore il procuratore aggiunto Cesare Parodi, titolare del gruppo Fasce deboli della procura, ha aperto un fascicolo per violenza sessuale a carico di ignoti. Nella giornata di ieri sono continuati i sopralluoghi della polizia al campus, e le audizioni dei testimoni. Ogni parola, ogni particolare in questo momento è importante, per consentire agli investigatori di rintracciare il fuggitivo. «Ho aperto la porta ma non conoscevo quel ragazzo», ha ribadito la fanciulla, ricoverata in ospedale e protetta, nella sua privacy, come richiede la delicatezza del caso. «È entrato nella mia stanza - ha chiesto come volevo fare sesso con lui, sempre coi pantaloni abbassati. Gli ho detto che non volevo, ma lui mi ha violentata, colpendomi prima».
Lo stupro è avvenuto su un piano, l’ultimo della palazzina, pressoché deserto. Quasi tutti gli studenti erano partiti, in occasione del ponte del Primo novembre, per andare a trovare i propri familiari. C’erano, si suppone, soltanto una o al massimo due altre persone, nelle camere vicine, quando è avvenuta la violenza. Una stava sentendo la musica con le cuffiette e non ha sentito nulla. Un’altra persona, dal piano di sotto, ha udito le urla della ragazza ma non è intervenuta, perché pensava che si trattasse di uno scherzo, o di qualcuno che stesse festeggiando. «Dopo che mi ha costretta al rapporto sessuale, lui è andato a pulirsi in bagno», è quanto ha ricordato, sotto shock, la fanciulla. Per trovare i giusti riscontri, e le prove del reato, gli agenti della Scientifica hanno lavorato a lungo, anche nella giornata di ieri, sul luogo - sequestrato - dove si è consumato il delitto. Le tracce di chi ha usato il bagno, di chi è stato sul letto, sono state prelevate. E sono pronte per essere confrontate con il Dna dell’aggressore, quando verrà trovato. Il giovane uomo, che potrebbe essere originario di un paese del centro Africa, è stato ripreso dalle telecamere del campus. Il suo identikit è stato divulgato a tutte le forze dell’ordine, che stanno cercando il fuggitivo ovunque.
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