Sono ancora 150 i rom che vivono nel campo di strada dell’Aeroporto. Un numero considerevole, ma basso se paragonato ai 300 di qualche anno fa. Negli ultimi quattro anni, complici gli sgomberi l’accampamento si è dimezzato e adesso anche gli ultimi superstiti, serbi, croati e macedoni, temono di dover sloggiare a breve. «Con la Meloni al governo abbiamo paura, quella ci chiude il campo», bofonchiavano durante il sopralluogo che si è svolto insieme all’associazione Aizo.
Di andarsene, i nomadi sarebbero pure d’accordo. «Ma vogliamo la casa popolare, siamo pronti a fare domanda, non ci devono sbattere in strada, come animali», protesta Liliana, in stampelle, abbastanza giovane ma già nonna. Poi mostra la sua baracca: «Un albero ha sfondato il tetto, nessuno è intervenuto, perché qui nessuno vuole entrare». Non le vetture del 118, da quando i giovani rom prendevano a sassate le ambulanze. E non arriva più nemmeno la posta. In compenso ci sono sempre i topi e cumuli di immondizia, che nessuno viene a sgomberare.
Dentro la casa di Liliana, la madre in carrozzina, la figlia col nipotino in braccio. Ironia della sorte, in tv il telegiornale si apre proprio col faccione della Meloni. «Il governo vuole chiudere i campi? Siamo croati - dicono nella baracca - dunque europei, abbiamo dei diritti». In strada Aeroporto erano in molti a percepire il reddito di cittadinanza. Ora non ce l’ha più quasi nessuno, complice anche una fedina penale non proprio limpida.
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Nenad Dragutinovic ce l’ha ancora. «Prendo 500 euro, sono invalido, non posso lavorare. Nessuno ci aiuta, tranne i parroci. La prossima settimana faccio domanda per la casa popolare. Mia figlia ha sposato un italiano, anche noi vogliamo integrarci». Carla Osella, presidente di Aizo, dichiara: «La vera domanda è che fine farà questo campo. Ad oggi non ci sono certezze. Non basta chiuderlo, serve ricollocare i suoi abitanti. Da anni collaboriamo con le istituzioni per trovare delle soluzioni, anche i rom hanno dei diritti. Chiederemo presto un incontro urgente al prefetto per sapere il futuro di strada dell’Aeroporto».
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