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IL REPORTAGE - UN CRONISTA IN VIAGGIO
25 Giugno 2023 - 07:30
San Giovanni segna il reale inizio dell’estate, per i torinesi: soprattutto quando cade di sabato - di fatto, il venerdì è un anticipo di festa - e parte il primo grande esodo verso la “spiaggia dei torinesi”, ossia la Liguria. Ma la strada per il weekend è lastricata di buone intenzioni, come neppure quella per l’inferno. Sì, sembrano essere serviti a poco gli incontri fra Regione e concessionari della varie arterie, che avevano promesso di chiudere i cantieri o modificare la viabilità per ridurre i disagi: la Torino-Savona, la Torino-Genova, ma anche le statali sono punteggiate di cantieri, restringimenti, difatti. E l’intesa annunciata dalla Regione Piemonte prevedeva “fasce di tutela” dalle 14 del venerdì fino alle 12 del lunedì. Il che è vero, nel senso che molti cantieri vengono fermati: non ci sono operai al lavoro, anche per non esporli a rischi maggiorati dal traffico intenso. Però, se per fare dei lavori, sono state chiuse delle corsie o disposti dei salti di carreggiata, non è che possono sparire, così come i new jersey in cemento.
Per accorgersene al cronista è bastato usare la Torino-Savona venerdì pomeriggio. La pioggia ha finalmente lasciato lo spazio al caldo estivo e migliaia di torinesi si sono spostati verso la Liguria. E molti di loro si sono “ritrovati” bloccati a Millesimo - da cui la Liguria è ancora bella lontana -, dove iniziano i restringimenti a una sola corsia. Auto quasi ferme, sole che picchia, climatizzatori che lavorano, ventole di raffreddamento che superano il volume dell’autoradio... I serpentoni di auto e camion continuano fino ad Altare, dove il viadotto verso il mare è chiuso e tocca passare in quello solitamente riservato a chi viaggia verso nord: altri chilometri con una corsia per ogni senso di marcia quasi che la A6 fosse tornata quell’incubo a carreggiata unica che era fino all’inizio degli anni ‘90, quando era più pericolosa di “una challenge” su Youtube. Tutto questo quasi fino a Savona, dove si raggiunge la Genova-Ventimiglia. Incubo finito? Macché, anche qui non mancano code e rallentamenti, culminati nel tratto fra Andora e San Bartolomeo al Mare. A quel punto la missione impossibile è finalmente compiuta, perché i torinesi sono arrivati, - due ore dopo il previsto - a destinazione.
Ma l’avventura diventa il tema caldo anche in spiaggia: c’è chi racconta degli “slalom” sulla Torino-Savona e chi parla dell’ora a passo d’uomo lungo l’autostrada A26, all’altezza di Ovada. E quasi tutti si preoccupano dei nuovi ingorghi che li aspettano stasera, quando sarà ora di fare il percorso inverso. Qualcuno punterà alla via di fuga fra le colline, sfruttando le alternative del Col di Nava o del San Bernardino. Nella convinzione che, se la si fa franca, al ritorno in città c’è la rotonda di corso Maroncelli ad attendere implacabile come l’ufficio al lunedì.
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