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IL CASO
27 Giugno 2023 - 17:48
Ferrante Aporti
Sale la pressione al Ferrante Aporti, il carcere minorile della città di Torino. La vita all’interno delle camere dei detenuti è diventata insostenibile a causa delle alte temperature di questi ultimi giorni, ma quello che preoccupa maggiormente è il numero dei gesti autolesionisti che si consumano tra i ragazzi.
Gesti autolesionisti
«Si tagliano, mangiano pile dei telecomandi e le risse sono all’ordine del giorno» spiega la Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Torino, Monica Cristina Gallo, in seguito all’ultimo sopralluogo all’interno della struttura che risale al 13 giugno. «È sintomatico di un grande disagio all’interno della struttura» sottolinea anche Bruno Mellano, Garante di riferimento per la Regione. «Ci fa capire anche come sia cambiato il target di persone presenti all’interno del Ferrante - prosegue -. Si tratta di giovani che non parlano e non capiscono l’italiano. Non riescono a trovare relazioni con nessuno all’interno del centro e, anche per questo, prevalgono forme di comunicazione disperata come quella dei tagli sulla pelle o dello scontro aperto».
Minori stranieri non accompagnati
Guardano ai dati infatti, appare in crescita il numero di minori stranieri non accompagnati, come più volte segnalato dall’assessore al Welfare Jacopo Rosatelli. «La popolazione attualmente detenuta all’interno dell’istituto è di 46 ragazzi». Vale a dire, il massimo. Spiega ancora Gallo. Di questi, 17 sono italiani (principalmente giovani adulti) e 13 sono di origine marocchina.
Il pantano del direttore
In questo contesto, resta aperta la questione del direttore, dopo le dimissioni di Simona Vernaglione e l’assunzione dell’incarico ad interim da parte del dirigente del ministero della Giustizia Antonio Pappalardo. Nella giornata di ieri poi Pappalardo ha convocato tutte le sigle sindacali per avviare un dialogo. Presenti Sappe, l’Osapp, Fns-Cisl e Cgil-Fp. Le sigle Oo.ss., dal canto, loro hanno sottolineato come non ci fosse alcuna carenza di personale quanto, piuttosto, «scelte inopportune del Dgmc che ha distaccato, a tempo indeterminato e senza avvicendamento, in altri servizi minorili del centro sud ben 13 unità». Oltre a due ispettori e un commissario. Per l’istituto il Pnrr prevede uno stanziamento di 25,3 milioni, «il più consistente a livello nazionale» sottolineano i garanti. «Non è accettabile che vengano spesi per il contorno rispetto alla sostanza, cioè l’area detentiva che è oggi in condizioni inaccettabili».
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