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Il processo
05 Luglio 2023 - 11:00
Ettore Treglia, trovato morto il 5 aprile 2021
«Se mi trovate morto, è stata mia moglie» aveva scritto Ettore Treglia in un messaggio WhatsApp. Così, quando il 50enne torinese è morto davvero, sua moglie Gaia Prencipe è finita a processo per omicidio. Ma la Corte d’Assise del Tribunale di Torino ha assolto la donna perché «il fatto non sussiste».
Si è concluso così il processo ai danni della torinese, poco più di due anni dopo la scomparsa di Treglia, trovato morto il 5 aprile 2021.
Dei segni sospetti sul collo e la testimonianza dell’amante di Treglia, che aveva raccontato di quel messaggio, avevano indotto il pm Paolo Cappelli ad aprire un’inchiesta per omicidio. E sul banco degli imputati c’è finita la moglie. Anche perché il movente del delitto, per l’accusa, era chiaro: la gelosia della donna nei confronti dell’amante, che Treglia avrebbe scelto come compagna di vita. Tanto da volersi trasferire da lei in Puglia. E l’autopsia aveva accertato lesioni trauamtiche al torace e un possibile strozzamento.
Per questo la Procura aveva chiesto la condanna all’ergastolo. Ma Prencipe, difesa dagli avvocati Alberto De Sanctis e Fosca Grosso, ha sempre respinto ogni accusa. Infatti i suoi legali ne hanno chiesto l’assoluzione a fronte della morte naturale dell’uomo, la cui salute era minata da una malattia e dall’abuso di alcol. Alla fine la Corte ha dato ragione alla difesa e ha assolto la vedova.
«I giudici hanno svolto un approfondimento scrupoloso, con una perizia che ha concluso come la morte naturale fosse probabile - sottolinea l’avvocato De Sanctis - Poi, in dibattimento, è emerso come Treglia usasse spesso un linguaggio iperbolico quando mandava quei messaggi».
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