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IL FATTO

Il piccolo commercio nel cuore del nuovo Piano Regolatore di Torino

Riattivare la rigenerazione anche attraverso il commercio. Se ne è parlato al congresso dell'Ascom

il convegno ascom

Convegno "Commercio & Città, laboratorio per la rigenerazione urbana ed economica dei territori”. Fatto il punto sul nuovo piano regolatore

Il nuovo piano regolatore di Torino, che verrà modificato per la prima volta dal 1995, cercherà di occuparsi di crescita sostenibile, di attrarre e trattenere nuovi abitanti, di implementare investimenti pubblici e di massimizzarne l’impatto positivo. Importante è riattivare la rigenerazione e incentivare trasformazioni flessibili e adattive. Insomma, «studiare un piano che sia capace di adattarsi ai cambiamenti», come ha sottolineato l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, è fondamentale.

Il convegno "Commercio & Città, laboratorio per la rigenerazione urbana ed economica dei territori” ha riunito assessori e gli attori del commercio 



Piano che è centrale anche per il rilancio del commercio di vicinato.
Tra le linee di indirizzo non manca la valorizzazione dei quartieri come elemento di riequilibrio territoriale attraverso il sostegno del commercio, dell’economia di vicinato e dei mercati intesi anche come presidi del territorio. «Lo sviluppo deve essere armonico – ha spiegato l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino – e tenere conto del nuovo concetto di economia di prossimità». Il tutto per invertire la rotta della desertificazione commerciale che sta investendo la città. Di questo si è discusso al convegno “Commercio & Città, laboratorio per la rigenerazione urbana ed economica dei territori”, dove questa mattina sono intervenuti gli assessori e la presidente Ascom Maria Luisa Coppa. «Il nuovo piano regolatore disegna e delinea le caratteristiche che riguarderanno la Torino del futuro – ha commentato Coppa – il commercio è uno degli elementi, ma non l’unico».

Per rilanciarlo, ricadono sul settore importanti investimenti, come il progetto Lumen, fondi Pon Metro e Pnrr. Il nuovo piano regolatore ne terrà conto, come guarderà al già avviato Duc che conta 7.800 esercenti. Non solo, grande attenzione si darà al settore immobiliare, per cercare di sfruttare al meglio gli spazi sfitti. A preoccupare è l'aumento dei cambi di destinazione d'uso, che trasforma sempre più spesso i negozi vuoti in garage e in abitazioni. Secondo i dati raccolti da FIMAA, l’associazione degli agenti immobiliari aderente ad Ascom Torino, il 50% dei proprietari di negozi liberi chiede un cambio di destinazione d’uso. Così, un negozio su due rischia di scomparire per sempre.

La presidente Coppa ha però fatto notare come «la pandemia ha evidenziato il valore sociale e culturale dei negozi locali, oltre a quello economico». Le imprese devono quindi essere «riconosciute come una vera e propria rete di servizi economici essenziali». Riconoscimento che è obiettivo del nuovo Prg, che guarda a Torino come una città molteplice.
«Torino cambia e sta già cambiando – ha fatto notare Mazzoleni – e nella prossimità si trova la chiave del rapporto tra piano regolatore e commercio». «Il risultato non sarà scontato – ha concluso l’assessore – Il nostro obiettivo è renderlo efficace per la fine del mandato».

 

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