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LA STORIA
25 Luglio 2023 - 19:21
Un autista in servizio
Mal di schiena, sveglia all’alba, anni al volante e ora anche lo sguardo di biasimo dei passeggeri, che vedono negli autisti dei bus i primi responsabili dei disservizi. Dietro ogni autobus c’è un lavoratore, una storia e spesso una famiglia. Di seguito riportiamo integralmente la lettera di uno di loro.
«Sono Carmelo, ho 55 anni e 29 li ho trascorsi in Atm prima Gtt dopo, con le mansioni di operatore d’esercizio. Il linciaggio mediatico che stiamo subendo in questi giorni, ha fatto crescere una forte delusione in me. Il nostro lavoro ci sottopone quotidianamente a diversi disagi: sollecitazioni continue alla schiena a causa delle vibrazioni dei mezzi e del fondo stradale dissestato, esposizioni a temperature che superano i 35 gradi d’estate e vanno sotto 0 d’inverno, stress alla prostata a causa della difficoltà a poter andare in bagno quando si ha la necessità, disturbi del sonno poiché si è sottoposti a continui cambiamenti d’orario, disturbi di disfunzione alimentare per la tipologia di turni in essere, eccetera eccetera. Personalmente ormai da anni convivo con tre ernie: una tolta circa due anni fa e le altre due che ancora mi tormentano continuamente, ma nonostante ciò, nel 2022, malgrado abbia contratto il Covid-19, ho fatto solo 12 giorni di assenza per malattie.
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Sinceramente, al mattino, quando suona la sveglia delle 3 per venire a lavorare e iniziando a caricare i primi passeggeri alle fermate intorno alle 4.30, noto il loro sguardo che mi giudica come un lavoratore lavativo e assenteista, mi perdoni, ma questo mi provoca molta rabbia. Non so se lei ha dei figli ma io ne ho tre e due di loro ormai hanno raggiunto l’età della ragione, in questi giorni leggendo i giornali scoprono che suo padre, nonostante si sia perso molti appuntamenti importanti della crescita di un bambino/ragazzo (recite di fine anno, impegni sportivi, festività importanti, Natale, Pasqua, etc…) perché era di servizio, oggi viene etichettato come assenteista, magari vengono anche scherniti dai loro amici perché figli di un lavoratore assenteista.
Carissima dottoressa Lancione, perché ha fatto arrivare questi dati ingannevoli? Non basta l’alto numero di denunce di aggressione fisico e verbale che quotidianamente i dipendenti front-line Gtt subiscono? Perché non ha detto in maniera chiara e inequivocabile che Gtt non darà un solo centesimo in più ai lavoratori? Perché quel premio di risultato era strutturale e lo percepivano tutti, ora invece con le nuove formule previste dall’ultimo accordo, sicuramente alcuni lavoratori perderanno parte del salario e l’azienda risparmierà. Perché non ha difeso i dipendenti dell’azienda, che lei stessa rappresenta come amministratore delegato, da questa gogna mediatica venutasi a creare? Sono ben conscio che i conti aziendali non siano floridi, come d’altronde i conti di quasi tutte le aziende di trasporto pubblico locale, ma se lei pensa di sanare i circa 60 milioni di debito che gravano in Gtt, sulle spalle di chi ogni giorno viene costantemente a lavorare, sperando di portare la pellaccia a casa, a parer mio ha sbagliato tutto».
Immediata la solidarietà del capogruppo dei Moderati in consiglio regionale Silvio Magliano. «In Gtt ci sono, per fortuna, molti lavoratori come chi ha scritto questa lettera. Sarebbe opportuno che azienda e sindacati iniziassero a valorizzare lavoratori così. Non tutti in modo indiscriminato. I lavoratori negligenti gettano un'ombra su tutti gli altri e perciò occorre prendere provvedimenti su costoro in modo netto. Generalizzare non è utile a nessuno».
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