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IL CASO

Reddito di cittadinanza, ora a Torino scatta l'allarme sfratti

Oltre 250 chiamate indirizzate ai Servizi Sociali del Comune per chiedere informazioni

Reddito di cittadinanza

Reddito di cittadinanza

Parlare di rischi per l’ordine pubblico sarebbe sbagliato. «Torino non vive lo stesso disagio di una città come Napoli», come ha assicurato lo stesso sindaco Stefano Lo Russo, interpellato sugli sviluppi della revoca del Reddito di Cittadinanza. Ma la preoccupazione per la tenuta sociale della città c’è ed è più che giustificata se si considera che, dallo scorso venerdì a oggi, circa 250 persone hanno chiamato o si sono recate di persona agli sportelli dei servizi sociali del Comune per chiedere informazioni. «Soprattutto nella zona nord della città, nel territorio delle Circoscrizioni 5 e 6» precisano da Palazzo Civico. Tra le criticità, si teme soprattutto l’aggravamento della crisi abitativa. Per molte famiglie, infatti, il reddito di cittadinanza serviva a coprire la quota di spesa mensile relativa all’affitto e ora il timore è che si ritrovino, a breve, a rischio sfratto.

«Stiamo assistendo a una preoccupante richiesta di servizi al Comune, che non ha strumenti per poter intervenire» alza le mani il sindaco Lo Russo. A oggi, neppure i servizi sociali dispongono delle risposte da dare ai cittadini a cui è stato sospeso il Reddito. «Potenzialmente, si parla di circa 10mila persone interessate dalla misura» spiegano l’assessore alle politiche sociali Jacopo Rosatelli e l’assessora al Lavoro Gianna Pentenero, che nella giornata di ieri hanno incontrato i responsabili dei servizi sociali della Città per fare il punto sulle azioni da intraprendere dopo l’annuncio da parte dell’Inps.

Un nuovo numero verde
I due assessori si impegnano a sollecitare un incontro della conferenza Stato-Regioni per discutere del tema. «A rischio c’è la tenuta sociale della città» avvertono. In attesa di indicazioni a livello nazionale, la Città convocherà con urgenza un incontro con i centri per l’impiego e l’Asl che avranno il compito, in seguito, di certificare - con modalità che ancora non sono note - i futuri percettori dell’assegno di inclusione. Il Comune istituirà poi un numero di telefono e una mail dedicati per le persone che percepivano il Reddito e avranno bisogno di essere guidate verso percorsi di inclusione, sostegno, aiuto economico.

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