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Dal Piemonte a Faenza

L'agonia dei maiali a 50 gradi sui Tir (il video shock)

Gli attivisti di “Essere Animali” hanno seguito i camion che trasportano animali vivi. «Sette ore senza acqua con temperature inaccettabili»

L'agonia dei maiali a 50 gradi sui Tir (il video shock)

Riversi a terra, ammassati l’uno sull’altro, decine di maiali si calpestano a vicenda in condizioni a dir poco pietose. Dentro il Tir partito dal Piemonte e diretto a Faenza, terra di salami e culatelli, ci sono oltre 50 gradi. Sono stremati, alcuni sembrano morti. Qualcuno ansima, con la schiuma alla bocca. Uno si alza e con le ultime forze rimaste, spinge il muso contro la gabbia da cui uscirà soltanto per diventar prosciutti. Cerca un po’ d’aria. Ma è l’ultimo sussulto. Perché poi chiude gli occhi e si lascia cadere. Come avesse capito cosa lo attende. E forse è così. Del resto, sembra sempre di coglierla la paura del patibolo in quelle file di occhi tristi che ci scrutano fra le grate quando in autostrada sorpassiamo i camion con la scritta “Trasporto animali vivi”.

L'INCHIESTA
Gli attivisti di “Essere animali”, un ente del terzo settore che si batte contro gli allevamenti intensivi e per il benessere del bestiame, ne hanno seguiti alcuni e, “armati” di un semplice termometro digitale, hanno registrato le temperature all’interno dei camion su cui gli animali compiono l’ultimo viaggio prima di arrivare ai macelli. Quelle che hanno registrato, e che vi riproponiamo con l’avvertenza che non sono adatte alle persone particolarmente sensibili – sono immagini forti. Raccapriccianti. Non soltanto per un convinto vegano, ma anche per chi non rinuncerebbe mai a un panino con due fette di San Daniele. Perché qui non si tratta di convincere qualcuno a non mangiare più carne, ma di far sì che anche gli animali destinati al macello non siano sottoposti a inutili, e atroci, sofferenze.

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«Le foto e i video raccolti – spiega Chiara Caprio, Responsabile Relazioni Istituzionali di “Essere Animali” - mostrano maiali boccheggianti e sofferenti, in difficoltà a reggersi sulle zampe, sovraffollamento e temperature che superano i 50 gradi, ventole spente, assenza di beverini per la distribuzione dell’acqua e lettiera insufficiente». Con un caso limite. «Un camion partito dal Piemonte e diretto a Faenza che ha impiegato almeno 7 ore per arrivare a destinazione. Un viaggio per nulla breve e che in condizioni di estremo caldo e senza acqua a disposizione ha sicuramente causato forti sofferenze agli animali per le quali procederemo con la denuncia alle autorità preposte». I filmati parlano da soli. Ma non dicono cosa si possa fare per evitare che scene del genere si possano ripetere.


LA ZONA GRIGIA
La mancanza di parametri oggettivi di riferimento nel Regolamento numero uno del 2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto sta creando una vasta zona grigia non regolamentata, che di fatto non permette di intervenire in modo appropriato quando il benessere degli animali non è rispettato. Secondo l'associazione animalista Essere Animali, le attuali disposizioni sono insufficienti e non forniscono linee guida chiare per garantire il benessere degli animali durante i trasporti.
Attualmente, il regolamento prevede solo che i mezzi di trasporto siano in grado di proteggere gli animali da "temperature estreme" e vieta di trasportarli in condizioni che possano causare "lesioni o sofferenze inutili". Tuttavia, non esistono soglie massime per le temperature interne o esterne dei veicoli durante i trasporti nazionali con durata inferiore alle 8 ore, né è obbligatorio garantire agli animali l'accesso all'acqua.


NESSUN CONTROLLO
Il Ministero della Salute, è vero, a inizio luglio, ha emesso una nota integrativa che indica che, in caso di autorizzazione al viaggio con temperature superiori ai 30 gradi, le autorità competenti devono tenere in considerazione anche la percentuale di umidità atmosferica e assicurare una riduzione della densità degli animali sul mezzo. Tuttavia, secondo Essere Animali, le autorità preposte ai controlli stradali non sono state tempestivamente informate di queste disposizioni e - quando gli attivisti le hanno chiamate richiedendo un intervento sui Tir con temperature inaccettabili - non hanno effettuato alcun tipo di controllo. Ma c’è di più. «La nota ministeriale - proseguono dall’associazione - esclude i viaggi che avvengono interamente sul territorio italiano e che hanno come destinazione gli stabilimenti di macellazione. Ma, come nel caso del camion partito dal Piemonte e diretto in Emilia-Romagna che abbiamo documentato, non mancano episodi in cui animali di grosse dimensioni come i suini pesanti sono costretti a viaggiare sotto il sole cocente per almeno 7 ore senza poter bere acqua. Questa è una lacuna nei controlli e nella normativa che bisogna correggere, perché altrimenti finiscono per essere esclusi la maggior parte dei trasporti».


LA CAMPAGNA
Con la campagna No Animal Left Behind , coordinata da Eurogroup for Animals e sostenuta da decine di ONG di tutta Europa, Essere Animali chiede che sia vietato il trasporto di animali vivi su lunghe distanze (superiori alle 8 ore), che siano introdotti dei riferimenti chiari anche per le temperature (tenendo conto anche dell'umidità) e circa le modalità di trasporto anche per i viaggi nazionali, e che siano definiti chiaramente alcuni parametri fondamentali, come condizioni specifiche per specie e categoria di animali, che prendano in considerazione l’idoneità al trasporto, nonché la disponibilità di spazio e la modalità di somministrazione dell’acqua» spiega l'associazione.

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