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Ecco perché nessuno taglia le accise
18 Agosto 2023 - 15:22
Perché il governo - questo o il prossimo, così come quelli prima - non taglierà mai le accise sul prezzo della benzina? Non certo, o non solo, per dare «i soldi alle famiglie» come detto dal ministro Urso. Ma perché ci guadagna: la stangata di agosto ha fruttato al governo la bellezza di quasi tre miliardi e mezzo di euro in meno di un mese.
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Come si arriva a questa cifra? Il calcolo lo fa l’agenzia Gea, partendo anche da quanto contenuto in una denuncia del Codacons, nei confronti del ministero, per appropriazione indebita e speculazione da aggiotaggio, con diffida a congelare i 2,2 miliardi di euro di accise incamerati solo nell’ultima settimana». Una cifra fornita - spiega l’agenzia - «da un calcolo di Assoutenti, ipotizzando 15 milioni di autovetture a benzina o gasolio in circolazione sulle autostrade italiane e una media di tre pieni solo per gli spostamenti e il successivo ritorno». Ma il calcolo da fare è un altro, vediamolo nel dettaglio: secondo l’Unem (Unione energie per la mobilità) «nel primo semestre il gettito fiscale teorico è stato pari a 18,6 miliardi di euro, 2,9 miliardi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno caratterizzato dalla riduzione di accise a partire dal 22 marzo 2022. Inoltre, lo spostamento dei volumi dal gasolio alla benzina, dovuti anche alla progressiva ibridizzazione del parco auto, nel primo semestre ha comportato un maggior gettito fiscale (accisa e Iva) stimato sui 160 milioni in virtù del fatto che la benzina sconta un’accisa maggiore di 11 centesimi rispetto al gasolio». Di fatto, si legge nell’articolo di Gea, «lo Stato ha incassato tra accise e Iva circa 103 milioni al giorno, oltre 3 miliardi al mese, con una media prezzi di 1,846 euro al litro per la benzina, nei primi sei mesi dell’anno, e di 1,768 per il gasolio. Ora i prezzi alla pompa sono più cari rispettivamente del 4,7% e del 2,5%. In pratica il gettito stimato per agosto è di circa 3,4 miliardi, ben oltre 200 milioni in più per lo Stato».
QUANTO PESANO LE ACCISE? GUARDA LA TABELLA
Come detto, il ministro Urso - sconfessando il suo collega Matteo Salvini che a febbraio dichiarava «Contiamo che la benzina non torni sopra i 2 euro. L’accordo è che, qualora per situazioni internazionali e problemi non dipendenti dall’Italia, si arrivasse a quell’aumento, il governo interverrà come è stato già fatto l’anno scorso» - ha dichiarato testualmente che tagliare le accise della benzina «costerebbe un miliardo al mese, 12 miliardi l’anno». Il governo ha invece utilizzato questi fondi «per tagliare due volte il cuneo fiscale» e ha intenzione di farlo ancora con la prossima legge di Bilancio «destinata al taglio strutturale del cuneo fiscale per rilanciare l’impresa e il lavoro italiano e consentire a chi ha salari più bassi di avere un reddito dignitoso frutto del loro lavoro». Per il titolare del dicastero delle Imprese e del Made in Italy la colpa è dei Paesi Arabi: «I prezzi dei carburanti hanno cominciato a salire da quando l’Opec, il cartello dei paesi arabi alleati con la Russia ha cominciato a tagliare la produzione per far salire i prezzi del barile. Un aumento che si scarica sul consumatore». Spiegando anche che «in Italia abbiamo il costo industriale di benzina e diesel più basso d’Europa, molto più di Germania, Francia e Spagna». Tutto vero, ma basta guardare la tabella qui sotto per accorgersi che pur con questo costo più basso, il prezzo medio italiano è più alto di quello degli altri Paesi.
Ergo, per una banale regola di mercato, la differenza sta nella parte “variabile”, quella del margine di guadagno: che per il governo è rappresentata dalle accise. Con buona pace anche della premier Giorgia Meloni e delle sue promesse di tagli ai tempi di una vecchia campagna elettorale del 2019. «Ma da allora il mondo è cambiato» ha poi detto.
https://youtu.be/KndaUDVINiY
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