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La posta dei lettori del 26 agosto 2023

LETTERE A TORINOCRONACA

La Russia, la morte del capo di Wagner, Elvis e i negazionisti - La riforma della giustizia di Nordio - Perché i medici non sono pagati come i calciatori? - Giuseppe Tomasi di Lampedusa a Torino

LETTERE A TORINOCRONACA

Ironia
I negazionisti
Prigozhin ed Elvis
Appena comunicata la notizia della morte di Prigozin in un “incidente” aereo, si sono scatenati i negazionisti, quelli che su ogni notizia discutono all’infinito mettendo in dubbio ogni evento. Ebbene diciamocelo, questa volta hanno ragione! Da fonti sicure so per certo che Prigozin, grazie alle sue grandi doti di cuoco, fa attualmente lo chef nel ristorante di Elvis Presley a Memphis. Qualcuno dice che Presley è morto? Ma dai, lo sanno tutti che è vivo e se la spassa, soprattutto ora che ha in cucina un artista come Prigozin...
Gianluigi De Marchi

Insicurezza
Servono
condanne vere
Egregio direttore, Ascoltando alla tv notizie raccapriccianti, scabrose e drammatiche, come la barbara uccisione a botte avvenuta qualche giorno fa a Rovereto, in provincia di Trento, per colpa di un nigeriano senza alcun motivo di uccidere una signora di 61 anni, che andava ad accudire la madre di 92, ed anche sentendo la condanna ridicola ad una ragazza che il 19 ottobre scorso, guidando a velocità sostenuta e sotto l’effetto di droga e alcool travolse e uccise un ragazzo, che si trovava sul marciapiede, tutti sollecitano pene più severe contro i colpevoli. Nel primo episodio di Rovereto l’assassino merita solo l’ergastolo, senza alcuna indulgenza, anche se giudicato malato di mente. Nel secondo episodio la condanna inflitta alla giovane di soli 5 anni di carcere è una vergogna per la giustizia, infatti per un reato del genere la condanna dev’essere almeno di 20 anni! Dopo i recenti e drammatici eventi di uccisioni facili e violenze gratuite, tutti ci domandiamo che cosa abbia fatto chi prima era responsabile della giustizia in Italia. Auguriamoci che l’attuale ministro della Giustizia il dr. Nordio faccia la riforma della giustizia, mettendo pene più severe e sanzioni anche contro i colpevoli degli incendi che, nelle ultime settimane, hanno devastato migliaia di ettari di terreni pianeggianti e boschivi in varie località del paese, causando pericoli alle persone e disastri naturali. Si pensi ad un controllo accurato e più incisivo di coloro, che, partendo dall’Africa Settentrionale, sbarcano sulle coste siciliane e in altre parti del paese, e si riducano il numero degli sbarchi, che in quest’ultimo anno dal 1° gennaio al 15 agosto ne sono stati rilevati circa 100.000!
Flavio

L'autore del Gattopardo e quel suo amore per Torino

Nelle biografie di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957) è poco ricordato il suo legame con Torino. Eppure egli conosce e ammmira la città subalpina dove soggiorna varie volte. Dopo i mesi trascorsi al fronte l’autore del celebre romanzo «Il Gattopardo», convinto che i medici del Nord siano più bravi di quelli siciliani, viene a Torino per curare una grave forma di esaurimento nervoso, oggi si direbbe di «sindrome depressiva». Afflitto da questa malattia, egli è seguito dal medico torinese Bellom Pescarolo su suggerimento dei suoi compagni di prigionia Lajolo e Revel. Da una lettera del 22 settembre 1921, inviata dalla madre alla nipote Giovanna Piccolo, si conosce l’indirizzo terapeutico del primario dell’Ospedale san Giovanni Bosco che consiglia al giovane la cosiddetta dieta dell’iperalimentazione per uscire da quello stato depressivo. Per la madre, con cui trascorre periodi di vacanza a Torre Pellice, diviene «ingrassatissimo» a causa dei «grassi» e del consiglio medico di «mangiare a crepapelle, pane di segala e burro». Prima di scrivere il romanzo che lo renderà famoso, Tomasi di Lampedusa pubblica alcuni racconti, tra i quali «La Sirena» in cui ricorda le giornate trascorse al Caffé Fiorio fino a descrivere luoghi reali come i palazzi di via Bertola e quelli in stile liberty di via Peyron.
Nunzio Dell’Erba

Meritocrazia
Più soldi per
medici e infermieri
Egr. Dott. Fossati buongiorno. Ho appena letto sul nostro giornale dell’intervento chirurgico particolare effettuato su un bimbo molto piccolo, dove si dice che è un intervento molto raro anche a livello mondiale. Mi viene questa considerazione, se vengono elargiti fior di milioni a giovanotti che hanno avuto la fortuna di saper giocare bene a calcio, quanto meriterebbero questi angeli in camice, i quali anche durante le feste più importanti, sono sempre disponibili e pronti per salvare vite? Ma si sa che la meritocrazia è ancora molto rara. Con tanta cordialità.
Lucio Ferris

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