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IL DISCORSO DEL PRESIDENTE

Mattarella: «La pazienza è la virtù della democrazia»

Dal primo comizio europeista a Torre Pellice all’appello all’unità dell’Unione Europea

Sergio Mattarella

Sergio Mattarella

Si è aperto con un minuto di silenzio, il convegno “L’Europa di Altiero Spinelli. L’importante eredità di un federalista” al Teatro del Forte. «Presidente, avrebbe dovuto essere un giorno di festa e di gioia. E invece la accogliamo con il dolore nel cuore: piangiamo l’ennesima tragedia sul lavoro» spiega commosso il sindaco di Torre Pellice, Marco Cogno.


I piccoli luoghi che fanno la storia

«Passa dai piccoli luoghi la grande storia e la speranza di pace che nutre l’Unione Europea» attacca il presidente della Repubblica e ricorda come, proprio da Torre Pellice, «provengono le origini dello stemma della Repubblica, disegnato da Paolo Paschetto, nato e morto qui sessanta anni fa».

8 settembre: la rottura e il riscatto
«L’8 settembre 1943 fu un momento di rottura della storia italiana ma anche l’inizio del riscatto» prosegue Mattarella e ricorda come, dopo la liberazione dal carcere di Ventotene e l’incontro di Milano, sulla strada verso la Svizzera, Spinelli fosse ospite della famiglia Rollier a Torre Pellice. Qui, pronunciò quello che viene ritenuto il famoso discorso sull’Europa unita, come ha ricordato il professor Giordano. Da quel giorno sarebbe poi partito il percorso avrebbe portato «queste contrade alla scelta della Resistenza dall’invasore nazista e contro la reincarnazione del regime fascista che ne era al servizio». Sono anche i giorni «della conclusione dei lavori del Sinodo valdese, che coincise con l’annuncio dell’avvenuto armistizio con le potenze Alleate» ricorda Mattarella. «Siamo cioè, nel pieno di quella fase di transizione, convulsa e ambigua, che portò tante sciagure alla nostra popolazione».



La virtù della pazienza
Citando poi Alcide De Gasperi, «ritenuto, a ragione, uno di Padri fondatori oltre che della nostra Repubblica anche del processo di integrazione europea», il Presidente ha osservato come «la principale virtù della democrazia sia la pazienza». Bisogna «attendere con tenacia e vigilanza. Con la coscienza che le cose debbano sempre maturarsi» l’appello del Capo dello Stato.

L’eredità di Spinelli
L’unità europea è «un’impresa in salita» ammette in conclusione il Presidente. «Dove alle difficoltà e alle visioni anguste si devono contrapporre fattori ideali e politici». È l’ambizione di «completare uno storico percorso di innegabile successo». L’ambizione - prosegue - «in tempi di guerra, di conseguire presto la pace per un ordine internazionale rispettoso delle persone e dei popoli». E l’ambizione, in tempi di pace, «di consolidamento per la giustizia tra le nazioni e i popoli». Ecco la «permanente attualità dell’invito a operare di Spinelli» conclude il Presidente. «Da raccogliere in ogni stagione».

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