l'editoriale
Cerca
La lettera del Procuratore Generale
12 Settembre 2023 - 13:49
Dopo anni di appelli (e di promesse), il personale della Procura di Ivrea rimane ridotto all'osso. E allora il procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, scrive una lettera aperta, che qui riportiamo integralmente, per avvertire che - dovendo seguire anche questa importante, faticosa e delicatissima inchiesta, la Procura di Ivrea rischia il tracollo.
"Qualche giorno fa si è verificata la terribile e tristissima tragedia dei lavoratori che a Brandizzo
sono stati travolti da un treno, mentre erano al lavoro sulla linea ferroviaria.
I fatti sono oggetto di una intensissima attività di indagine svolta dalla Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Ivrea.
Nel rivolgere alle vittime e ai loro familiari un pensiero di conforto e di solidarietà, non posso
non evidenziare come la “cultura della sicurezza sul lavoro” non sia, purtroppo e ancora, un
patrimonio comune, nonostante una quotidiana serie di morti e gravi feriti, perché le
“scorciatoie”, azzerando le doverose cautele, rappresentano, molto spesso, un fattore
assolutamente determinante per questi eventi.
Proclami e cordoglio non servono a nulla (come in molti altri settori, quando il disprezzo per le
norme sfocia in delitti) se non accompagnati da una seria politica “culturale”, di assicurazione
di strutture di controllo e di prevenzione adeguate.
Ma motivo e scopo del mio intervento riguardano l’ufficio competente a svolgere le indagini su
quanto accaduto.
Si tratta della Procura della Repubblica di Ivrea che, nel 2013, sulla base di una scelta
infelicissima [pur se nell’ottica di una positiva razionalizzazione dei territori e delle sedi
giudiziari), divenne assegnataria di un territorio vastissimo (con connessa popolazione),
giungendo a toccare i confini metropolitani della Città di Torino.
Circolarono varie ipotesi su interessi (tutti non giudiziari e, ancor meno, razionali o fondati) sul
perché si volle far sopravvivere la sede di Ivrea.
Ma non è questo il punto.
La Procura di Ivrea fu “ingrandita” a dismisura, senza la benché minima dotazione di risorse
(personale amministrativo, magistrati, polizia giudiziaria), proporzionate alle nuove
competenze, territorio, popolazione, qualità “criminale” del territorio.
E i fatti, presto, dimostrarono la peculiarità di quell’area ed il connesso doveroso intervento
della Procura.
E’ accaduto di tutto in quel circondano. Indagini e processi per fatti di grandissimo rilievo
nazionale e mediatico; ma, prima ancora di questo, per fatti criminali e di reato di straordinaria
gravità e rilevanza. Con indagini, anche tecniche, lunghe e complesse.
Anni di disinteresse, da parte di chi avrebbe -e aveva- la competenza e gli strumenti per
rimediare, hanno portato quell’ufficio a una vera situazione di collasso.
L’ultima gravissima vicenda — quella di Brandizzo (con il suo corollario di centinaia di denunce
per inosservanza delle previsioni antinfortunistiche)- potrebbe segnare il “tracollo” definitivo
di quell’ufficio giudiziario.
Eh SÌ? perché gli appelli, miei, del Presidente della Corte di Appello di Torino, dei Procuratori
della Repubblica di Ivrea [che si sono succeduti) sono stati ascoltati con lusingante benevolenza
da tutti gli attori del potere centrale; e sono regolarmente caduti nel nulla.
Solo un aumento del numero dei magistrati -peraltro, recente- ha consentito di gestire una
parte della mole di affari penali che si riversano su quella Procura. Non tutti, perché l’arretrato
è ingestibile e perché se ne forma di nuovo, continuamente e inesorabilmente.
Per poter ‘lavorare” un fascicolo, occorre che insieme al magistrato vi sia una adeguata
dotazione di personale amministrativo; per “fughe” (a Ivrea non vuole rimanere nessuno e per
la medesima ragione nessuno chiede di andarci e non può essere mandato d’autorità),
pensionamenti, abbandoni e altro, la situazione è tale da avere ‘costretto” la Procuratrice della
Repubblica a privare i magistrati di un collaboratore stabile. Sicché i fascicoli non possono
essere gestiti e definiti, poiché gli adempimenti amministrativi non possono essere svolti
tempestivamente.
Così chi aspetta “giustizia” [nonostante il fascicolo sia magari “maturo”) attende, attende e non
sa cosa ne sarà della sua pretesa, della sua ansia, della sua aspettativa (magari anche di essere
archiviato o assolto, per l’indagato o l’imputato].
Il dato relativo a quell’ufficio è così clamoroso che, con riguardo a quella particolare struttura
di polizia giudiziaria che è “interna” alla Procura (la sezione di polizia giudiziaria], il numero
degli addetti e di molto inferiore a quello che è previsto obbligatoriamente per legge. Il che mi
ha portato a dire, nei miei numerosi interventi, nelle mie ripetute richieste e segnalazioni, che,
quanto alla Polizia giudiziaria, la Procura di Ivrea è in palese situazione di illegalità.
Tutte le nostre (collettive, individuali, istituzionali, scritte, “parlate”] richieste, sollecitazioni,
segnalazioni sono state voci (forse giudicate stridule) in un deserto. Deserto di attenzione, e,
(luando non di attenzione, di interventi [bttivi e di una qualche soluzione.
Abbiamo “bussato” a tutte le porte delle Istituzioni competenti ad affrontare e porre rimedio al
problema. Si sono sempre aperte con cortesia e si sono richiuse lasciando noi postulanti fuori
dalla porta a mani vuote.
La Procura di Ivrea, non esito a dirlo, vive di “carità”, Qualche cosa dagli Enti locali, uno sforzo,
per il quale sono molto grato alle Forze di Polizia [Questura di Torino e Comandi Provinciali
dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza] che hanno “distaccato” alcuni elementi alla
Procura per consentire quel minimo di funzionalità investigativa che, diversamente, sarebbe
del tutto insufficiente.
Anche il settore degli Enti preposti al controllo ed alla prevenzione sui luoghi di lavoro versa
nelle medesime condizioni. Situazione molto problematica per ragioni che non posso illustrare
e organico ridotto all’osso. In queste condizioni si dovrebbero fare i controlli che, pure,
sarebbero alla base di un fisiologico timore dei datori di lavoro nell’utilizzare le “scorciatoie” di
cui ho parlato all’inizio?
Ho scritto queste poche righe per far comprendere all’opinione pubblica la situazione vera in
cui si versa e, come l’avviso ai naviganti, non avere eccessive aspettative, nonostante l’impegno
“massacrante” che quell’ufficio mette in atto tutti i giorni.
Chi può intervenga. O sopprimendo la sede di Ivrea [e pensare che vogliono riaprire
microtribunali che non hanno neppure l’autosufficienza, come l’esperienza dimostra], o
ridisegnandone il territorio o dandole dotazioni adeguate ai numeri ed alle esigenze".
Francesco Saluzzo
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..