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Lettere a TorinoCronaca del 16 settembre

Dove sono finiti i banchi a rotelle? - La tradizione di San Matteo - Benzina, accise e amnesia di governo - Gli inglesi sono più furbi di noi

Lettere a TorinoCronaca del 16 settembre

Scuola
Dove sono i famosi
banchi a rotelle?
In questi giorni nei vari TG sono scorse le immagini dell’inizio dell’anno scolastico nelle varie regioni, e sono passate in video decine di aule che accoglieranno gli studenti, ma giusto per la cronaca, ne fosse passata una con i tanto osannati banchi a rotelle, si potrebbe sapere per caso , che fine hanno fatto?
Roberto Grasso

Breve storia delle accise e delle amnesie dei governi

L’aumento del prezzo dei carburanti solleva il discorso sulle assise, ossia sulle tasse imposte al prezzo finale della benzina, del diesel e del gpl. L’argomento ritorna con periodicità ad ogni cambio di governo, che non mantiene le promesse fatte in campagna elettorale, per cui i cittadini – oltre ad essere ingannati – sono costretti a sopportare un peso abbastanza rilevante, se si pensa che accise e Iva rappresentano più della metà del prezzo finale. L’Italia detiene il primato europeo con le accise più elevate sul diesel, mentre si trova al secondo posto per le accise applicate sul prezzo della benzina. Al giorno d’oggi i cittadini pagano 19 accise sui carburanti. Basta ricordare le addizionali sull’accisa dei carburanti introdotte con la guerra d’Etiopia (1935-36), la crisi di Suez (1956), l’alluvione del Vajont (1963), l’alluvione di Firenze (1966); i terremoti del Belice (1968), del Friuli (1976) e dell’Irpinia (1980), la missione in Libano (1982), l’intervento in Bosnia (1995), l’aumento degli autoferrotranvieri (2004), acquisto autobus ecologici (2005), emergenza terremoto in Abruzzo (2009), l’intervento sull’immigrazione dopo la crisi libica (2011), l’emergenza alluvione Liguria e Toscana (2011), il decreto salva Italia (2011), il finanziamento cultura (2011), l’emergenza terremoto Emilia (2012), decreto Fare «Nuova Sabatini» (2023). Mentre i cittadini litigano sulle responsabilità dei vari partiti politici, i governi si sono dimenticati di togliere le accise, diventate nel frattempo strutturali, nonostante che il termine delle emergenze sia terminato.
Nunzio Dell’Erba

Calendario
Un po’ di storia
di San Matteo
Il suo nome ebraico era probabilmente Levi ed era originario di Cafarnao, dove svolgeva la professione di pubblicano, l’esattore delle tasse per conto del governo romano. Ma cambiò il nome in Matteo, che significa “dono di Dio”, quando Gesù, passandogli accanto, gli intimò di seguirlo e così entrò nel novero degli apostoli. Dopo la morte e la risurrezione di Cristo, Matteo si dedicò alla predicazione in diverse regioni tra le quali l’attuale Etiopia convertendone il re Egippo, dopo aver fatto risorgere con un miracolo sua figlia Ifigenia, morta prematuramente. Stando alla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, alla scomparsa di Egippo gli successe il fratello Irtaco, che cercò di sposare Ifigenia, la quale però nel frattempo si era votata al Signore. Irtaco avrebbe allora chiesto a Matteo di persuadere la giovane ad accettare le sue profferte, ma trovando in lui terreno ostile avrebbe ordinato a un sicario di ucciderlo sull’altare mentre celebrava la Messa. Secondo altre tradizioni Matteo sarebbe invece morto per cause naturali. Sul piano iconografico san Matteo è di solito raffigurato con la penna e un rotolo di papiro o un volume di pergamena, richiamo al Vangelo che la tradizione gli attribuisce. Ancora oggi è venerato, il 21 settembre, come patrono dei banchieri, dei contabili, dei ragionieri e dei commercialisti, in memoria della sua antica professione di esattore.
Giorgio Cortese

Ambiente
La nostra Italia
è una discarica
Abbiamo sempre criticato una parte del nostro bellissimo meridione per aver creato discariche a cielo aperto. Ricordo ancora le trasmissioni in TV. A me pare che tutta l’Italia sia una discarica a cielo aperto e questa volta non per colpa nostra. La politica di Bruxelles favorisce solo i paesi che storicamente ci hanno sempre disprezzato chiamandoci mafiosi. Peccato che non abbiamo il coraggio di uscire dall’Europa come hanno fatto i più furbi di noi: gli inglesi.
Tony

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