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Il colloquio

La polizia lancia l’appello alle vittime: «Non vergognatevi e denunciate le truffe»

Parla la dirigente Manuela De Giorgi, appena arrivata alla guida del PolPosta

La polizia lancia l’appello alle vittime «Non vergognatevi e fate denuncia»

Manuela De Giorgi

Quando è nata, nel 1981, vigilava sugli uffici postale e scortava i furgoni blindati che trasportavano valori. Poi è cambiato il mondo e con lei anche la Polizia postale, che a Torino ha sede in corso Tazzoli: «Abbiamo rivoluzionato i nostri compiti» ricorda Manuela De Giorgi, che da giugno dirige il Cosc di Piemonte e Valle d’Aosta.

L’acronimo sta per Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica: «È dal 1998 che affrontiamo i cybercriminali in tutte le loro forme».

Ma chi si nasconde dietro virus e ricatti inviati via computer? «Sono gruppi criminali, organizzati e non, che hanno capito quanto siano redditizi i reati online e per questo si sono specializzati. Le basi sono spesso all’estero, come dimostrano i casi di truffe sentimentali o romantiche: in quel caso gli autori sono soprattutto in Africa, per esempio la Costa d’Avorio. Per le truffe online, invece, bisogna guardare a certe zone dell’Italia. Ma abbiamo scoperto anche delle “centrali” in Albania». Poi ci sono gli attivisti, hacker che attaccano per ragioni politiche: «Basti pensare ai gruppi filorussi o filoucraini, che attaccano per bloccare la funzionalità di siti strategici. Lo fanno per dimostrare la loro capacità o cercare visibilità: penso ai NoName057, criminali informatici che hanno rivendicato attacchi a Ministeri, Comuni e Regione».

Come si combattono? «Uno dei nostri compiti è proprio la protezione di aziende ed enti pubblici, attraverso convenzioni per proteggere le principali infrastrutture: questo ci permette uno scambio continuo di informazioni e l’invio di “alert” nel caso di intrusioni. Così abbassiamo il rischio e possiamo intervenire subito. L’ultimo accordo di questo tipo, in Piemonte, è stato firmato in estate con l’aeroporto di Caselle».

Ma come si possono proteggere le aziende? «Intanto noi consigliamo sempre di non cedere ai riscatti ma di denunciare - risponde De Giorgi - Qualcuno pensa di fare “brutta figura” se si espone. Ma è più pericoloso il contrario: se si paga il riscatto, si rischia di finire nell’elenco dei “pagatori” e di tornare nel mirino dei pirati anche in futuro». Oltre alla denuncia, come si evitano nuovi attacchi? «Bisogna formare il personale in modo che siano consapevoli dei rischi e investire in sicurezza: servono antivirus potenti e il backup di tutti i dati».

Secondo la dirigente, il pericolo è altissimo per le aziende ma anche per i privati: sono tantissimi i messaggi, le telefonate, le e-mail, i link che arrivano da istituti di credito, enti pubblici, aziende che vendono online, agenti immobiliari. Tutto finto, però: «È emerso come ci siano più reati contro il patrimonio online che “dal vivo” - sottolinea De Giorgi - I più dannosi sono quelli del trading online, raddoppiati tra il 2021 e il 2022. E sono soltanto la punta dell’iceberg: è un reato spietato e sempre più diffuso, gli autori sono molto capaci e le vittime si vergognano di essere cadute nella loro rete. Quindi spesso non denunciano». E rendono ancora più difficile il lavoro della Polizia postale: «Per noi è complicato seguire il flusso dei soldi: circolano in banche estere, vengono trasformati in criptovalute e spezzettati in tanti portafogli. Il nostro lavoro è impegnativo e si basa anche sulla collaborazione con i colleghi degli altri Paesi: solo così siamo in grado di ricostruire l’attività di questi gruppi criminali».
Quindi bisogna prevenire: «In caso di dubbi, il consiglio è riflettere bene prima di cliccare, non fornire dati personali e non accettare offerte che sembrano troppo vantaggiose. Poi ci si può sempre rivolgere alla polizia postale o visitare il sito commissariatodips.it».

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