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La sentenza

Maxi sconto di pena all'uomo che stuprò un'anziana

La condanna a Dorin Traian Plesa è stata ridotta quasi della metà

In Tribunale

La sentenza pronunciata ieri

Pena quasi dimezzata per Dorin Traian Plesa, l’uomo che, l’11 settembre dell’anno scorso scorso, avrebbe abusato, stuprandola, di una pensionata ultrasettantenne al parco fluviale di Cuneo. La sentenza è stata pronunciata oggi, a Torino, dai giudici della prima sezione penale della Corte d’Appello che hanno condannato Plesa – a cui in primo grado erano stati inflitti dodici anni e quattro mesi - a sette anni di reclusione. Una sanzione che si avvicina, dunque, ai sette anni e 4 mesi richiesti dalla pubblica accusa che, nel processo cuneese, era rappresentata dal procuratore Onelio Dodero. Era stato l’avvocato dell’imputato, Piercarlo Botto, a ricorrere in appello contro la sentenza del procedimento concluso con quel rito abbreviato. Rito che - va ricordato - comporta da sé la riduzione di un terzo.


I fatti per cui si procedeva risalgono all’11 settembre del 2022. La violenza sessuale era avvenuta intorno alle 18, in una zona lungo il fiume Gesso, non lontano dai campi da tennis e dall’ex Nuvolari, a centocinquanta metri in linea d’aria dalle piscine comunali cuneesi. Era domenica, non era ancora calato il buio. E la pensionata stava passeggiando come faceva abitualmente con il suo amato cane, quando un uomo in bicicletta si era avvicinato, fermandola con una scusa. Quindi era passato all’azione, con brutalità: l’aveva afferrata per un braccio, trascinata ai lati della pista ciclabile e lì, dopo averla immobilizzata, aveva abusato di lei. Sotto shock, era stata soccorsa e portata in ospedale. E immediatamente erano scattate le indagini della squadra mobile, che per prima cosa aveva acquisito le registrazioni delle telecamere della zona, risultate determinanti.

Così, dopo neanche una settimana, erano scattate le manette ai polsi di Plesa, 40 anni, romeno, con un buon impiego in un’azienda di generi alimentari. Il classico insospettabile. Capace però, secondo l’accusa, di trasformarsi al punto da abusare di stuprare una anziana. "Non ricordo nulla", aveva detto lui dopo l’arresto, sostenendo di aver bevuto parecchio quel giorno. Il giudice di primo grado aveva stigmatizzato "la foga e la ferocia" dell'azione e anche il fatto che l'uomo si fosse dimostrato insensibile alle suppliche della vittima, assumendo anzi "un atteggiamento di scherno e mortificazione nei confronti della stessa". Dai messaggi con l'ex compagna, aveva inoltre rilevato, "emerge un'abitualità nella violenza (anche sessuale) contro le donne" da parte del soggetto, divorziato e padre, già gravato da vari precedenti penali tra cui alcuni per minaccia, violazione di domicilio e atti persecutori.

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