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10 Ottobre 2023 - 20:14
Ci sono nodi che legano l’Italia con le storie di chi l’ha resa grande nel mondo. Proiettandola lontano, attraverso l’arte del fare di cui il nostro Paese ha tanti maestri. Storie come quella di Eugenio Marinella, che inizia nel 1914 a Riviera di Chiaia, Napoli, e ora – dopo aver conquistato ogni angolo del Pianeta con le sue cravatte – approda nel salotto buono di Torino. Con un elegante store su due piani, le grandi vetrate che si illuminano e occhieggiano su Galleria San Federico, mentre all’interno fervono i lavori, con gli ultimi ritocchi in vista di sabato, quando ci sarà l’inaugurazione.
«Finalmente apriamo a Torino - spiega con gli occhi che brillano dall’emozione Marzia Ianniello, che dello store sarà responsabile -, in una città che è stata da sempre una delle nostre piazze principali». E le protagoniste saranno ovviamente loro. «Le nostre cravatte, realizzate a mano e stampate con la vecchia tecnica nello storico laboratorio di Riviera di Chiaia». Il 26 ottobre, poi, ci sarà un grande evento a inviti. E la data non è stata scelta a caso. «E’ il nostro numero fortunato - rivela Ianniello -, siamo nati il 26 giugno 1914».
Tra le personalità ci sarà Stefano Lo Russo, il sindaco, anche lui stregato da Marinella, come tanti personaggi illustri. Le cravatte di Riviera di Chiaia hanno preso (gentilmente) per il collo capi di Stato e di Governo, registi e attori, sportivi e teste coronate. Dai Kennedy a Obama, da Putin a Re Carlo, che indossava una Marinella nel giorno dell’incoronazione. E poi Marcello Mastroianni, Eduardo, Magic Johnson (per lui si racconta ci sia voluto il tessuto per tre cravatte), il James Bond di Skyfall. Anche i loro nomi figurano nel lungo elenco di clienti di cui fanno ovviamente parte anche tante persone comuni.
L’avvocato Agnelli la cravatta Marinella, consegnata personalmente a mano in corso Marconi, la preferiva di lana. Con la pala grande inserita dietro, il nodo storto, rigorosamente fuori dal pullover. Silvio Berlusoni le ordinava in confezioni da sei. Cucite a mano per capi di Stato, atleti olimpici, calciatori famosi. Amici speciali che riceveva nelle sue tenute, ad Arcore, a Roma o in Sardegna. Il Cav le regalava. E nel pacchetto inseriva sempre la “cravatta Berlusconi”: blu con i pallini bianchi. Vendutissima, sia in Italia che all’estero. Scelta perché, vestendosi sempre allo stesso modo, era perfetta sia dopo una giornata di lavoro che a un appuntamento in pubblico.
Tra i clienti torinesi di oggi, non si possono dimenticare John e Lapo Elkann che - almeno su questo - hanno ereditato il gusto del nonno. Che ai tempi era maestro di stile. E anche un ottimo testimonial per ogni capo di abbigliamento che indossasse con il suo charme inconfondibile che tanti, tantissimi, hanno cercato di imitare. E’ anche grazie a lui che Marinella è diventata ciò che è oggi.
Esposta, come avvenne nel 2017 al MoMA di New York in occasione della mostra “Items: Is Fashion Modern?” accanto ad altri oggetti di moda che hanno caratterizzato l’ultimo secolo come la T-shirt di Supreme e le scarpe Nike di Ritorno al Futuro. Il segreto, la marcia in più, resta però la tradizione che si rinnova sotto la guida di Maurizio Marinella (Ceo) che, con il figlio Alessandro, è arrivato alla terza generazione. Con quella sapienza artigiana che ogni giorno, da 110 anni, si ripete nei gesti di chi crea ogni volta un prodotto unico e inimitabile.
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