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L'ESPERTO

Una volta a Torino si sciava ai Cappuccini. «Ora abbiamo le temperature di Firenze»

Rispetto al 1787 -66% di neve sul capoluogo piemontese. L’allarme di Mercalli

Neve a Torino  - immagine d'archivio

Neve a Torino - immagine d'archivio

C’è stato un tempo in cui i Savoia andavano in slitta da Palazzo Reale al Valentino. Inverni in cui era normale inforcare gli sci ai piedi e venire giù dal Monte dei Cappuccini. Oggi non è più così. Se si confronta il periodo che va dal 1787 al 1989 con gli ultimi 30 anni, emerge con chiarezza una riduzione delle precipitazioni nevose su Torino pari al 66%. Una percentuale che parla di surriscaldamento globale e di cambiamento climatico.

«Oggi Torino ha il clima di Firenze» commenta Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana, in occasione della presentazione della stagione invernale 2023-24 della Vialattea. «E così Firenze ha preso il clima di Roma e Roma quello di Palermo, dove ormai si registrano temperature africane, con picchi di 47 gradi nei periodi più caldi». A livello globale poi, «registriamo già 1,2 gradi in più rispetto a un clima sano» aggiunge Mercalli. «Il 2023 si candida a diventare uno degli anni più caldi della storia» conclude.

Il “mutamento climatico globale” nel contesto degli impianti sciistici piemontesi implica poi una riduzione delle cosiddette “finestre fredde”, che vengono intervallate da periodi sempre più lunghi con temperature elevate, «versanti che per la loro quota ed esposizione non possono più essere sfruttati sciisticamente, microclima, pioggia, nebbia e tanto altro» commenta il Presidente della Sestrieres spa, Giovanni Brasso, dando il via alla nuova stagione. «Se vogliamo garantire alti standard per il sistema neve servono tecnologie moderne per programmare l’innevamento» spiega anche Maurizio Beria d’Argentina, presidente dell’Unione Montana dei Comuni Olimpici Via Lattea. «Vale a dire, tra le altre cose, anche ridurre costi di pompaggio». Ognuno è chiamato a fare la sua parte. «Sarebbe opportuno trattenere una quota dell’Imu generata sul nostro territorio» prosegue e sollecita la creazione di un gruppo che sostenga l’iniziativa».

Nel frattempo Mercalli si augura un inverno ricco di neve, ma non si sbilancia in previsioni a lungo termine. «Churchill diceva che nessuno dovrebbe mai girare la schiena di fronte al pericolo. Se lo fai raddoppierai il rischio. Se invece lo prendi in considerazione senza tentennamenti dimezzerai il pericolo» conclude il meteorologo. 

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