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La decisione

«Alfredo Cospito è pericoloso»: i giudici confermano il carcere duro per l'anarchico

Il 56enne resterà in regime di 41bis, in isolamento e controllato 24 ore su 24

41 bis, Cospito ora vuole i domiciliari

L'anarchico Alfredo Cospito

Il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha respinto la richiesta avanzata da Alfredo Cospito, che resta in regime di 41bis nel carcere di Sassari. Quindi il 56enne resterà nel regime di "carcere duro", che prevede l'isolamento dei condannati in celle singole, dove il detenuto è controllato 24 ore su 24 e non può avere oggetti personali.

A renderlo noto è lo stesso legale dell'anarchico, l'avvocato Flavio Rossi Albertini, che aveva presentato l'istanza per il suo assistito, condannato a 23 anni di carcere per l'attentato alla caserma di Fossano (Cuneo). Durante l'udienza della settimana scorsa, la Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo aveva dato parere favorevole all'interruzione del carcere duro per Cospito che, nei mesi scorsi, aveva cominciato lo sciopero della fame proprio per protestare contro il 41bis.

Nel provvedimento i giudici affermano che «è evidente che la clamorosa iniziativa" di Cospito «abbia infuocato gli animi delle formazioni anarchiche e che soprattutto lo abbia reso una figura di ancor maggiore carisma all'interno del sodalizio», come dimostrano manifestazioni e cortei che si sono svolti nei mesi in cui lui scioperava (compreso quello del 5 marzo, con scontri e vetrine sfondate in mezza Torino).

Per il Tribunale di Sorveglianza si tratta di «un soggetto che ha dimostrato particolare determinazione e per questo viene rispettato dai suoi sodali. Qualsiasi strategia programmatica degli obiettivi da colpire, in un ambito associativo che propugna espressamente il metodo della lotta armata o l'avallo di azioni violente, sono considerati nel suo contesto eversivo autorevoli ed insindacabili». Pertanto dall'incartamento «processuale non emergono elementi concreti che possano giustificare una rivalutazione delle condizioni di legittimità» del 41 bis ma «semmai è dato rinvenire negli stessi pareri della Direzione Nazionale Antimafia plurimi elementi di segno contrario attestanti la estrema pericolosità del Cospito».

Concludono i giudici: «Ad avviso di questo tribunale non appaiono coerenti le conclusioni a cui è pervenuta la Direzione, secondo cui si evincerebbe una ridotta pericolosità del Cospito. Invece è descritto come figura di vertice del movimento come desunto dalla stessa Direzione».

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