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IL CASO
20 Novembre 2023 - 19:17
Protesta contro l'ospedale al parco della Pellerina
Che fine ha fatto la delibera di iniziativa popolare firmata da 1700 cittadini torinesi? Se lo chiede il comitato “Salviamo la Pellerina” che lo scorso giugno ha depositato le firme che richiedono di modificare il Piano regolatore della Città nella parte riguardante la zona ThyssenKrupp di corso Regina Margherita 400 per trasformarla in area a servizi sanitari pubblici, ritenuta più idonea dal comitato ad ospitare il nuovo ospedale Maria Vittoria.
«Così facendo si salvano 60mila metri quadrati di parco della Pellerina, che verrebbero distrutti e cementificati se l’ospedale venisse costruiti lì», aveva sottolineato il comitato. La proposta di deliberazione è stata consegnata agli uffici comunali il 27 giugno 2023, protocollata il 18 luglio 2023 per poi «essere persa di vista», ha rimarcato la prima firmataria Roberta Contratto. Da cinque mesi «la volontà popolare è imbavagliata da chi rappresenta il popolo di Torino nell’istituzione comunale e ha il dovere democratico di ascoltarla».
Ad essere avvolte dal silenzio anche le oltre 1270 firme, raccolte in soli due mesi e depositate il 30 agosto scorso, del referendum propositivo vincolante con quale il comitato chiede di modificare la destinazione del terreno ex Thyssen, «che continua a inquinare il suolo e la falda idrica con cromo esavalente tossico e cancerogeno» e che andrebbe bonificato. Del destino del referendum chiederà conto la consigliera pentastellata Valentina Sganga, che ha preparato un’interpellanza da presentare in seduta di consiglio.
Una nota positiva, ma «sarebbe stato importante chiedere anche conto della delibera» ha puntualizzato Roberta, che con il comitato pensa di confrontarsi con il difensore civico. “Salviamo la Pellerina” non è contraria alla costruzione - finanziata da Inail - di un nuovo polo ospedaliero nella zona nord-ovest di Torino, ma è in disaccordo con la scelta di Comune e Regione di costruirlo nell’area che ospita le giostre. A preoccupare, il consumo di suolo e l’impatto ambientale, oltre all’incognita che incombe su 150 famiglie di giostrai, che non sanno ancora dove saranno ricollocate. Mentre il comitato attende, si è avviato l’iter di progettazione e di cessione dell’area, oggi di proprietà comunale, con l’azienda sanitaria.
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