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La replica

Parla la mamma del 15enne che ha picchiato Marco Nebiolo al semaforo: «Ci scusiamo ma...»

Per la prima volta si espongono anche gli altri protagonisti dell'aggressione dopo l'incidente stradale di corso Unità d'Italia

Parla la mamma del 15enne che ha picchiato Marco Nebiolo al semaforo: «Ci scusiamo ma...»

«Mi dispiace per quello che è successo, siamo ancora sconvolti. Ho spiegato a mio figlio che le mani non si devono usare. Non è un ragazzo violento, siamo una famiglia perbene. Io ero di spalle, non ho visto l'attimo del pugno ma mi ha raccontato che l'ha colpito per paura, perché quell'uomo gli ha dato una spallata e ha allargato il braccio come per colpirlo».

A parlare è la mamma del 15enne che avrebbe preso a pugni a Marco Nebiolo, l'agente immobiliare di 47 anni, gravemente ferito per un pugno che gli è stato sferrato dopo un tamponamento al semaforo.

E' la prima volta che gli altri protagonisti raccontano la loro versione della vicenda, che in questi giorni ha fatto il giro d'Italia dopo l'appello che la moglie di Nebiolo ha lanciato su TorinoCronaca: «Venerdì scorso eravamo sull'auto con un mio conoscente, che mi aveva accompagnato a prendere mio figlio a scuola - spiega la donna, che vive in Barriera di Milano -. Stavamo andando a casa, quando la Grande Punto davanti a noi ha prima accelerato, poi frenato di colpo con il semaforo ancora giallo e l'abbiamo tamponata».

Quindi, secondo la signora, Nebiolo avrebbe frenato di colpo e all'improvviso. Il contrario di quanto, nonostante i dolori e i ricordi annebbiati, sostiene il 47enne. Lui dice di aver rallentato delicatamente. 

Di certo, dopo l'incidente stradale, i tre a bordo della Citroen Xsara sono scesi pieni di rabbia: «Ho aperto la portiera sul lato del passeggero e gli ho detto: "Cosa c... fai?". Lui è rimasto a parlare al telefono come se nulla fosse». Forse stava chiamando la polizia municipale, come ha scritto alla moglie nel messaggio che lei ha ricevuto alle 12.53: "Ho tamponato, ho chiamato i vigili, volevano menare".

Riprende la mamma del 15enne: «Ho chiamato un taxi perché avevo litigato con il mio amico e dovevo andare a lavorare. Era un banale tamponamento ed era rimasto il guidatore sul posto. Il giorno dopo, appena mi hanno chiamata, sono andata dalla polizia municipale di San Salvario e ho raccontato tutto. Nessuno è mai scappato». La donna sostiene di non aver visto il momento in cui il figlio avrebbe colpito Nebiolo. «Stavo salendo sul taxi, ero di spalle. Mio figlio mi ha detto di aver avuto paura. Ha sbagliato, ma anche quel signore, un adulto, forse ha esagerato».

Infine la mamma del ragazzo ha espresso il desiderio di incontrare Manuela Mareso, la giornalista moglie di Nebiolo che aveva lanciato l'appello dopo l'aggressione: «Nei prossimi giorni vorrei incontrare la moglie per scusarmi. Anche mio figlio vorrebbe fare lo stesso, è mortificato».

Gli atti relativi a quanto successo una settimana fa sono arrivati ieri alla Procura dei minori di Torino, direttamente sul tavolo della procuratrice Emma Avezzù. 

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