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il caso

Mole occupata, Po verde, messa interrotta: Torino in balia dei ragazzi del clima

Sono già cinque le azioni negli ultimi 10 giorni. Ma piovono critiche

Il fiume Po verde, l'ultima azione degli attivisti del clima

Il fiume Po verde, l'ultima azione degli attivisti del clima

La messa in Duomo interrotta, striscioni e attivisti sulla Mole e al Lingotto, Porta Nuova imbrattata di arancione, “cadaveri” al Politecnico, corsi e tangenziali mandate in tilt. In ultimo, il fiume Po colorato di verde. «Faremo azioni continue», avevano promesso i ragazzi di Extinction Rebellion. Dalle parole ai fatti, perché quanto successo sul Po è solo l’ultima di una lunga serie di proteste messe in pratica per lanciare l’allarme sul clima. Azioni plateali oggi più che mai perché se è vero che il gruppo è attivo da anni, è solo ora che gli episodi si susseguono uno dopo l’altro. Tutto in nome della «disobbedienza civile nonviolenta», peccato che spesso e volentieri fiocchino le denunce, per tacere dei disagi provocati, specie alla viabilità.

Il fiume Po verde
La marea verde nel Po. Lo hanno fatto di pomeriggio, gli attivisti, coordinandosi in tempo reale coi loro colleghi di altre città italiane. Torino come Milano, Roma, Bologna e Venezia. Tutti i fiumi si sono tinti di verde. Fluoresceina, il liquido versato nelle acque. Non è inquinante, dunque l’ambiente è salvo - se così non fosse sarebbe clamoroso, dato che i protagonisti si ergono a paladini dell’ambiente - ma l’azione ha fatto discutere. «Multa e carcere per questi vandali», ha tuonato il ministro Matteo Salvini.

La Mole occupata
Il blitz più clamoroso è avvenuto a luglio, quando la protesta per il clima è andata in scena sulla sommità della Mole Antonelliana, il monumento simbolo di Torino. Occupata per un’oretta da una ventina di giovani che hanno esposto lo striscione con scritto “Clima: agire ora”. Certo, se volevano attirare l’attenzione, i “ragazzi del clima” ci sono riusciti, perché quel giorno Torino è finita persino sulle prime pagine dei grandi quotidiani americani. Chi ha fatto il blitz, il biglietto per salire sulla Mole Antonelliana l’aveva regolarmente pagato. Almeno quello.

La messa interrotta
Domenica 3 dicembre. Monsignor Repole celebra la messa in Duomo. Un momento solenne, peccato che ad interromperlo ci pensino alcune attiviste di Extinction Rebellion, che prendono la parola leggendo alcuni passi dell’enciclica “Laudato sì” e dell’esortazione apostolica “Laudate Deum”. L’arcivescovo lascia fare, poi però storce il naso: «Ho stima di chi si mobilita per il Creato. Ma non così».

Tangenziali e stazioni
Incubo di chi va in auto, gli attivisti sono habitué della tangenziale di Torino. L’hanno bloccata due volte, a luglio e a novembre. Gli autori però questa volta non sono gli stessi, perché si tratta dei ragazzi di “Ultima generazione”, nati da una costola di Extinction Rebellion. Protagonisti anche - ad ottobre - del blocco del traffico in corso Vittorio davanti a Porta Nuova e in corso Inghilterra.

Oval e Politecnico
Da sempre anti-militaristi, gli attivisti climatici non hanno perso l’occasione di fare azioni al Lingotto, alla fiera dell’Aerospazio, e al Politecnico, accusato di «fare accordi con le aziende belliche e finanziare la guerra».

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