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Fisco & Comuni
14 Dicembre 2023 - 12:05
Attenzione al calendario: lunedì 18 dicembre scadono i termini per il pagamento del saldo IMU 2023, l'imposta sugli immobili che in Italia movimenta una somma pari a 22 miliardi di euro.
Il saldo IMU coinvolge i proprietari di immobili diversi dall'abitazione principale, escludendo quelli che godono di specifiche esenzioni. Questo comprende fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli. La platea di contribuenti comprende proprietari, titolari di diritti reali, genitori assegnatari di case familiari, concessionari di aree demaniali e locatari di immobili.
Alcune categorie di persone, come inquilini e nudi proprietari, sono escluse dalla scadenza IMU 2023. Tuttavia, vi sono eccezioni e agevolazioni, come lo sconto per i pensionati residenti all'estero. L'esenzione più nota riguarda l'abitazione principale, escludendo immobili di lusso. Anche l'esenzione per gli immobili occupati abusivamente è stata introdotta recentemente.
Un dettaglio importante: chi è tenuto a pagare l'imposta potrebbe esserne esentato se l'importo totale (acconto e saldo, considerando tutti gli immobili) è inferiore a 12 euro o all'importo minimo stabilito dal Comune. Per il calcolo, è necessario fare riferimento alle aliquote stabilite dal Comune, che possono variare e sono disponibili sul sito del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Che succede a chi non paga?
Ma cosa succede se non si versare l'imposta sulla casa? La domanda è legittima, considerando che i Comuni hanno intensificato i controlli negli ultimi anni, arrivando a effettuare accertamenti esecutivi con potenziale pignoramento dei conti correnti per gli evasori.
I controlli esecutivi, già rafforzati dalla Legge di Bilancio 2020, sono una realtà consolidata. L'obiettivo è rendere più efficienti le operazioni di recupero delle tasse territoriali, e l'IMU rappresenta una delle entrate più significative per i Comuni.
Dal 1° gennaio, gli atti emessi devono contenere tutte le informazioni necessarie per acquistare efficacia a titolo esecutivo. Questo significa che i Comuni possono avviare attività di recupero coattivo dopo la notifica dell'atto, con il rischio di pignoramento dei conti correnti del contribuente entro 120 giorni dal mancato versamento della somma contestata.
Dopo la notifica dell'atto, entro 120 giorni, possono essere avviate attività di recupero coattivo, inclusi pignoramenti dei conti correnti. Gli enti locali possono accedere ai dati dell'Anagrafe Tributaria, aumentando il rischio di pignoramento.
È importante notare che viene concesso un tempo congruo per regolarizzare l'omesso o tardivo versamento dell'IMU e di altre tasse locali. Tuttavia, in caso di mancato adempimento, possono essere avviate procedure esecutive e cautelari, come fermo amministrativo, ipoteca o pignoramento.
Dopo 30 giorni dal termine per il pagamento, può essere avviata la procedura di riscossione forzata, informando preventivamente il contribuente ma senza emettere una nuova cartella. L'atto già notificato dal Comune può innescare la procedura di pignoramento in caso di mancato versamento.
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