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CHIERI

La guerra dei tralicci: ecco la stretta del Comune

Varato un nuovo vincolo per tutti gli operatori. Resta l’incognita dei ricorsi

Chieri

La protesta a Chieri

Alti fino a trenta metri e uno vicino all’altro: a Chieri, una schiera di nuovi tralicci rischia di compromettere alcuni degli scorci più belli della città. Mentre le compagnie telefoniche premono per installarli, il Municipio frena con un nuovo vincolo per tutti gli operatori, che potrebbe creare dei precedenti da replicare anche in altre città.

«L’articolo 50 del codice delle comunicazioni elettroniche prevede che, in alcune situazioni, i Comuni possano obbligare i gestori a condividere i supporti per le antenne» spiega l’assessora all’Urbanistica Flavia Bianchi. D’ora in poi, per gli operatori funzionerà così: se chiedono di installare un traliccio in un punto, ma nel raggio di 750 metri intorno ce n’è un altro, dovranno condividere quello già esistente.

In alternativa, potranno proporre di posizionarne uno personale accanto a un edificio, che minimizzi il suo impatto, o vicino a un’area boschiva. C’è anche una terza via: «L’azienda può fare presente le sue ragioni per posizionare un traliccio solo per lei. In questo caso, la valuteremo con una procedura pubblica. Gli enti, i cittadini e gli altri soggetti interessati potranno formalizzare le loro considerazioni a riguardo. Il Comune le esaminerà e deciderà».

L’obiettivo è non replicare quanto già successo in strada Vallero, quasi al confine con Pino Torinese. Qui, Iliad ha appena costruito un traliccio che compromette la vista sulle colline. A 450 metri da lì, anche Wind-Tre ha già ottenuto l’autorizzazione per costruirne un secondo analogo. Una situazione a cui, nonostante le proteste dei cittadini, non si può più porre rimedio, visto che il nuovo vincolo non è retroattivo.

Bianchi mette in guardia: «Le richieste sono in forte aumento. Le aziende puntano soprattutto ai luoghi che non hanno tutele di tipo paesaggistico. Anche strada Vallero era uno di questi, eppure non si può dire che non sia uno scenario da tutelare». Resta sullo sfondo l’incognita dei ricorsi, che gli operatori potrebbero avviare contro la stretta sui tralicci. Chieri, infatti, è uno dei primi Comuni in Italia ad aver posto questo tipo di vincoli.

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