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La denuncia
09 Gennaio 2024 - 09:00
Il finto pedone ha un nome e un volto. Ed è un professionista delle truffe agli automobilisti, arrestato e condannato più volte ma sempre libero di continuare a chiedere soldi per risarcire pantaloni strappati e tagli sulle gambe. Che, ovviamente, c’erano già prima.
Ad attribuire un’identità al finto pedone è Emanuele Durando, il torinese che ha rischiato di essere l’ultima vittima del truffatore e ha voluto raccontare com’è andata: «Erano le 17.15 del 1° gennaio, viaggiavo in auto in via Cialdini e un uomo si è buttato contro la mia fiancata destra. Sul momento ho sentito solo un forte tonfo di carrozzeria e ho rallentato, non capendo però che cosa fosse successo. Neanche 50 metri dopo, però, ho visto dallo specchietto retrovisore un’auto che mi faceva i “flash” e ho accostato». E si è trovato di fronte un uomo con i pantaloni strappati e sangue sulla gamba. Non solo, sulla carrozzeria dell’auto di Emanuele era comparsa una lunga riga (poi andata via con un un panno e semplice lavaggio a caldo): «Ho capito subito che era tutto finto ma lui continuava a chiedermi 50 euro di risarcimento, scesi a 30 quando gli ho detto che avrei chiamato il 112 - ripercorre ancora l’automobilista - Voleva pure accompagnami al bancomat per prelevare. Era aggressivo, bestemmiava e minacciava di denunciarmi. Poi, quando un passante si è avvicinato per darmi una mano, questo “finto pedone” è ripartito sgommando».
Ma Durando ha fatto in tempo a scattare una foto della Fiat Multipla blu scuro su cui viaggiava il truffatore (targata CG217ML). Poi, oltre a rivolgersi a TorinoCronaca e ai carabinieri della Stazione Pozzo Strada, è andato oltre: ha cercato vecchi articoli e ha trovato la foto di un uomo arrestato nel 2014 per truffe simili. «E’ lui, ne sono sicuro».
Poi ha fatto una visura sulla targa della Multipla ed è saltato fuori il nome del proprietario: Filippo Cardullo, torinese classe 1965. Lo stesso che un anno fa, assistito dall’avvocato Alessandro Melano, è stato condannato in primo grado a sette mesi di carcere per truffa aggravata ai danni di anziani che gli avevano dato 80 euro come risarcimento per averlo investito e avergli rotto i pantaloni.
Quel procedimento comprendeva un totale di dodici persone offese nel 2018 ma Cardullo è stato dichiarato colpevole solo per due episodi. Negli altri casi ha risarcito le vittime delle truffe e loro hanno ritirato la querela. E la truffa è un reato procedibile soltanto su querela, a meno che ci siano delle circostanze aggravanti come il fatto di averle commesse a danno di anziani: è il caso di uno dei due episodi per cui il “finto pedone” è stato condannato, visto che le vittime aveva quasi 80 anni. Per l’altra la vittima era più giovane ma Cardullo lo aveva truffato di notte, lontano dal centro, usando tono minaccioso e violenza fisica sull’auto. Ma il risultato finale è che ora è tornato libero di colpire di nuovo.
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