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IL FATTO
18 Gennaio 2024 - 07:00
Affidi a Torino
Sono sessanta in questo momento i bambini che aspettano di poter essere affidati a una famiglia a Torino. I genitori disponibili scarseggiano e i piccoli al momento sono divisi tra Casa Famiglia e comunità. «Abbiamo bisogno di famiglie per poter offrire a questi ragazzi un contesto domestico sereno in cui vivere» lancia l’appello l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Torino Jacopo Rosatelli. Nel 2023 si contano 282 minori in affido, secondo il report fornito da Casa Affido, l’ente che per conto del Comune di occupa delle pratiche tra genitori e bambini. «Gli adulti che offrono la propria disponibilità a diventare genitori affidatari non sono mai abbastanza - rimarca Rosatelli -. Il numero di situazioni in cui si rende necessario provvedere attraverso l’affido alla tutela dei minori è significativo ma, di contro, abbiamo osservato un effetto dissuasivo dovuto alla campagna mediatica legata al cosiddetto “caso Bibbiano”, che ha infangato un istituto. Quello dell’affido, che è uno dei più belli che possa esistere».
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Famiglie affidatarie
Gli adulti che decidono di mettersi a disposizione offrono al bambino un contesto domestico di affetti e cura, finalizzato comunque ad aiutare il minore a ricostruzione la relazione con la famiglia di origine. «È una scelta impegnativa ma umanamente arricchente» sottolineano da Casa Affido. Possono offrire la propria disponibilità: famiglie, coppie, singoli e non sono previsti dalla legge limiti di età. Tra i requisiti essenziali c’è la possibilità di avere uno spazio «nella propria vita e nella propria casa per accogliere un’altra persona, in difficoltà».
Bimbi in affido
I bambini dati in affido risultano italiani, quanto stranieri. Anche l’età può variare significativamente. «Si va da neonati a ragazzi già adolescenti» spiegano ancora gli operatori. Possono anche avere problemi di salute o di disabilità più o meno gravi. «L’affidamento familiare si rivolge quindi a tutti i minori che ne hanno bisogno» spiegano dai servizi sociali.
Sostengo alle famiglie
La Città prevede un contributo alle spese da riconoscere agli affidatari nella misura di 413.00 mensili con possibilità di aumento fino al 100% in relazione a gravi problematiche (ad esempio in caso di disabilità). «Non pensiamo che a un genitore in difficoltà basti dare sostegno economico per risolvere i propri problemi - avverte ancora l’assessore Rosatelli -. I genitori in difficoltà devono avere il diritto di avere qualcuno che si prende cura dei propri figli nell’ottica di una ricostruzione della capacità genitoriale piena che porti al ricostituzione del nucleo famigliare». Di contro, «è sacrosanto che alla famiglia affidataria sia riconosciuto un sostegno economico» precisa Rosatelli. Altrimenti, «si metterebbero a disposizione unicamente famiglie che non hanno problemi economici, mentre per aiutare i bambini servono famiglie normali che, spesso, hanno bisogno di un sostegno».
Per l’affidamento diurno, ad esempio, vengono definiti rimborsi spese diversificati sulla base delle tipologie di accompagnamento. Sono previsti, inoltre, per gli affidamenti residenziali, rimborsi spese straordinari per specifiche necessità da valutare caso per caso con gli operatori titolari della situazione del minore. «In ogni caso, le storie più belle sono di quelle in cui il mimonre mantiene un legame con la famiglia di affidataria anche dopo essere rientrato nella famiglia di origine. Si creano delle realtà allargate che sono arricchenti soprattutto per i bambini».
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