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Dopo il caso Bologna

Anche a Torino tutti a 30 all'ora? Cosa hanno detto Salvini e Lo Russo

Secondo il sindaco calano gli incidenti, mentre l'assessora promette estensione in altre aree

Limite 30 km/h

Limite dei 30 km/h

«Sindaco, sai che un tuo collega, a Bologna, ha imposto a tutti il limite dei 30 km all’ora per le vie della città?». È il ministro per i Trasporti e le Infrastrutture Matteo Salvini a parlare, in occasione del viaggio inaugurale della linea nuova ferroviaria Torino Ceres. Ad ascoltare c’è il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, che gli siede accanto in conferenza stampa. In sala, tra il pubblico, c’è l’assessore alla Viabilità Chiara Foglietta. Ben consapevole di come anche Torino abbia avviato una sperimentazione per abbassare il limite di velocità a 30 km/h. Ma solo in alcune zone della città. Qui starebbe la discrimine rispetto a Bologna.



Salvini: «Zone 30 un danno»
«Costringere un’intera città a bloccarsi a 30 all’ora rischia di essere un danno per tutti, a partire da chi lavora, senza benefici proporzionali in termini di sicurezza e riduzione delle emissioni» spiega Salvini e aggiunge: «Sono molto sorpreso che il Comune motivi il provvedimento anche con la necessità di non coprire il cinguettio degli uccellini col frastuono dei veicoli. E mi sorprende che l’amministrazione mi rinfacci quanto fatto dal ministro precedente, Enrico Giovannini, che aveva auspicato l’adozione di zone 30».
Infine, il ministro del governo Meloni affonda il colpo verso l’amministrazione bolognese: «Imporre il limite in tutto il Comune (e non solo nelle zone più a rischio) tradisce lo spirito della norma. Ho chiesto al mio ministero tutte le verifiche possibili a tutela dei bolognesi, e sono pronto al confronto con l’amministrazione, auspicando buonsenso e concretezza».

Torino a 30 all’ora
Già alla fine del 2022, il consiglio comunale di Torino ha approvato un provvedimento finalizzato ad abbassare il limite da 50 a 30 km/h in tutte le strade della città «senza diritto di precedenza». Il progetto, portato avanti dell’assessore alla Viabilità Foglietta, poggia sull’idea di creare una città «più lenta» sia anche un luogo più vivibile da abitare. «Abbiamo un piano che vede l’individuazione di limiti differenziali a seconda delle sezioni stradali» precisa anche il sindaco Lo Russo, a margine dell’incontro sulla linea due della metropolitana.



Lo Russo assicura: «No estensione a tutta la città»
Nel dettaglio, il limite dei 30 km/h è quello che «crediamo idoneo nei contro viali» precisa Lo Russo e assicura che «non ci sono previsioni di estensione del limite di velocità a 30 km all’ora a tutta la città». Nessun passo indietro sul progetto. «I dati ci stanno dando ragione» commenta ancora il sindaco. «Abbiamo registrato un fortissimo calo degli incidenti, oltre il 25% in meno all’interno del comune di Torino - sottolinea -. La strada è quella giusta e ci consente di contemperare le esigenze di sicurezza stradale con quelle di fluidità del traffico».

La replica del sindaco di Bologna
In seguito alle parole del ministro Salvini, non tarda ad arrivare neppure la replica del sindaco di Bologna, Matteo Lepore. «Il Comune non dice di non prendere l’auto, anche se penso che a Bologna girino troppe auto» spiega, «ma dice - questo sì - che è possibile girare in auto andando più piano nelle strade a 30». In altre parole, Lepore sostiene che si possa «tranquillamente andare al lavoro e si vedrà che la congestione migliorerà, grazie ad una migliore fluidità del traffico». conclude. «Io ho la patente - prosegue - e posso dire che ero molto scettico all’inizio sulla Città 30. Ora è da un anno che provo. All’inizio mi sembrava assurdo, perchè pensavo di essere l’unico, in realtà nei mesi mi sono abituato e devo dire che è una guida molto più confortevole, soprattutto negli orari di punta. Ho capito anche che la differenza la fanno gli stop: semafori e cantieri: questa è la vera differenza nelle città». E il canto degli uccellini? «Penso che il diritto al canto degli uccellini e all’udibilità del canto degli uccellini debba essere contemperato con il diritto al lavoro di centinaia di migliaia di persone» conclude Lepore.

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