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Automotive
30 Gennaio 2024 - 09:30
A un pugno di ore dall'atteso vertice di Stellantis con il ministro Adolfo Urso - ma Carlos Tavares non ci sarà -, in programma giovedì 1, i riflettori sono ancora puntati sulla situazione degli stabilimenti italiani del Gruppo. Dopo la nota diffusa l'altro giorno, con i dettagli dei piani produttivi sito per sito, una nuova preoccupazione si insinua fra i lavoratori delle fabbriche ex Fiat, in particolare a Mirafiori, dove è attesa una visita importante e temuta.
Lunedì 5 a Torino arriverà infatti Stefan Dubs, Head of Upper Cluster Enlarged Europe del Gruppo, vale a dire il responsabile degli stabilimenti europei. Ma è anche l'uomo dei tagli, secondo la visione di Carlos Tavares, uno dei manager che hanno fatto parte di un gruppo ristretto messo al lavoro, nel 2021, quando alla nascita di Stellantis il Ceo aveva deciso di verificare fabbrica per fabbrica la situazione produttiva e iniziare il suo piano di efficientamento. Un piano che ha mietuto lo scalpo della Maserati di Grugliasco.
Tavares lo aveva detto subito, appena arrivato in Italia: anche se gli operai sono pagati meno dei loro colleghi francesi, gli stabilimenti italiani costano di più. Una Maserati prodotta a Grugliasco era gravata da costi per 6mila euro rispetto ai 1.700 di una DS7 o una Peugeot 508 prodotte a Mulhouse. Tanto per rimanere a Mirafiori, una Fiat 500 elettrica porta con sé dei costi superiori di almeno mille euro rispetto a una Peugeot prodotta in Spagna.
Non si parla di costo vivo di produzione dell'autovettura, ma di quelli "accessori", che vanno dall'energia elettrica per esempio fino alle pulizie dello stabilimento, come hanno scoperto a Melfi e Atessa, dove ai tempi sono stati revocati i contratti con le aziende di pulizie. Dunque, cosa fare per rendere più efficiente Mirafiori?
La risposta, che ancora non c'è, è quella che fa correre brividi lungo le schiene dei lavoratori, che temono nuovi tagli. Per quanto a Mirafiori siano confermate la produzione della Fiat 500 elettrica, anche in versione Abarth, delle nuove Maserati Gran Turismo e Gran Cabrio - oltre ai modelli del Tridente a fine vita -, ci sono i timori di un ridimensionamento: la Quattroporte, attesa dopo il 2025, probabilmente non arriverà a Torino. Delle fabbriche italiane, a parte Atessa con i veicoli commerciali, Pomigliano è considerata quella più flessibile per la produzione, che resta sempre alta grazie alla Panda. Melfi, con la sua capacità di 400mila vetture, ha la piattaforma Stla Medium che va dal modello DS alla nuova Jeep Compass e sta orientandosi sulla linea elettrica, in concorrenza a Mirafiori, dunque.
E se il board del Gruppo decidesse che quattro fabbriche in Italia sono troppe? Che destino avrebbe Mirafiori? Prospettive non certo allegre da depositare sul tavolo del ministro Urso il 1° febbraio.
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