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LA PROTESTA

Abusi e molestie all'Università: «Blocchiamo le lezioni»

Via allo sciopero organizzato dai collettivi studenteschi. Anche una prof prende parte alla protesta

Sciopero a Palazzo Nuovo

Sciopero a Palazzo Nuovo

Abusi e molestie sessuali all’interno delle Università. Parte lo sciopero a Palazzo Nuovo: il caso MeToo arriva tra le mura dell’Università con un conseguente sciopero organizzato dai collettivi studenteschi. Una bomba a orologeria che è scoppiata dopo la sospensione dell’insegnante di filosofia, il professor Vercellone, accusato di aver espresso battute inopportune alle proprie allieve. Ma c’è anche un docente di Medicina legale agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale. Un’indagine che da Torino si sta allargando a macchia d’olio sul territorio nazionale, dove gli studenti sono richiamati a partecipare per tracciare la sicurezza all’interno dei vari atenei. «Bloccheremo le lezioni», dichiara l’organizzazione Cambiare Rotta, «affinché queste molestie non rimangano impunite: contro la violenza nei nostri atenei, è necessaria una nuova università in una nuova società».

“Ci vogliono divisi, ci vogliono individualisti. La violenza fa parte dell’intero modello universitario” si legge lungo gli striscino dei manifestanti. E ancora: "Non parlate di mele marce, contro le molestie per una nuova università in una nuova società". “Le violenze sono il frutto di un modello sbagliato di questa società”.

Entrati a palazzo nuovo, i manifestanti hanno interrotto le lezioni. Nelle classi hanno invitato tutti a partecipare allo sciopero e all’assemblea che si terrà nel pomeriggio. Una professoressa ha scelto di sedersi tra i banchi quando sono entranti nella sua classe. “È giusta questa manifestazione, ed era giusto che se ne parlasse. Io stessa non mi sento sicura in università”. Ha poi invitato le allieve a parlare con i cronisti, se ne avessero avuto desiderio. Lei però non ha voluto dire il suo nome ne farsi riprendere. “Ho proprio paura delle ripercussioni che questo potrebbe avere”.

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