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L'appuntamento
17 Febbraio 2024 - 15:12
Alberto Alpozzi, autore di “Bugie coloniali”
Bugie coloniali, Eclettica Edizioni, è una trilogia di libri che analizza e racconta la storia del colonialismo italiano in Africa tra la fine dell’800 e la prima metà del ’900, contrapponendosi a ciò che l’autore e giornalista torinese Alberto Alpozzi definisce come «una moda denigratoria e antitaliana sviluppatasi ulteriormente negli ultimi dieci o quindici anni», un’ideologia “woke”, politicamente corretta, fatta di censure, falsità, verità nascoste e pregiudizi, con cui si vorrebbe insabbiare una corrente di pensiero basata invece su verità oggettive, inerenti alle relazioni della vecchia Italia - prima sabauda poi fascista - con la Libia, la Somalia, l’Etiopia e altri territori africani.
Una serie di scritti anticonformisti con cui Alpozzi racconta - con supporto bibliografico e disdegno per questa tendenza all’autocommiserazione - quale sia stato il vero ruolo dell’Italia in Africa, presentati questo venerdì in una sala gremita di pubblico presso il pub Asso di Bastoni situato in via Cellini, in San Salvario.
«C’è molta disinformazione sul tema, come una volta c’era anche nei confronti dei massacri delle foibe - dice Marco Racca, coordinatore regionale di Casapound e organizzatore dell’evento - l’idea della presentazione ci è venuta a seguito dello scoppio della polemica dei Musei Reali dello scorso inverno, quando lo stesso Alpozzi ha puntato il dito verso alcuni errori e mistificazioni visibili nella nuova mostra incentrata sul colonialismo italiano in Africa. Crediamo sia soprattutto un’ottima opportunità per fare cultura».
Lo scorso novembre Alpozzi criticava la mostra “Africa, le collezioni dimenticate”, tutt’ora in corso presso i Musei Reali, a causa di «omissioni volute ed errori grossolani» da parte degli organizzatori. «L’Italia non ha mai avuto una tradizione schiavista, ma quella mostra è stata allestita in malafede, basandosi su testi già squalificati per far apparire gli italiani come i cattivi della situazione, e purtroppo non è un caso unico - ha precisato Alpozzi durante la presentazione - bisogna lottare contro la disinformazione, essere oggettivi e non censurare la storia. In futuro magari scriverò un quarto libro, forse ce n’è bisogno».
Un incontro apprezzato dai presenti, ma non indirizzato a una sola parte politica. «Come sempre, le nostre iniziative sono aperte a tutti - dice Racca - se qualche attivista di sinistra vuole venire qui e ascoltare con mente aperta, e magari dibattere, è sempre il benvenuto».
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